giovedì 19 giugno 2014

Sel, è scissione. Escono Fava, Migliore e una decina di parlamentari

Fabrizia Bagozzi 
Europa  

Il partito è nel caos. Resta ancora ignoto l'approdo dei fuoriusciti, ma in prospettiva si guarda al Pd
Gennaro Migliore se ne va da Sel. Dopo le tensioni legate al controverso sì agli 80 euro, non lascia solo la carica di capogruppo a Montecitorio, ma anche il partito.  «È una decisione che ho preso nelle ultime ore e che ha a che vedere con l’interruzione del reciproco rapporto di fiducia che è seguito alla discussione nel gruppo parlamentare sul decreto Irpef e al successivo voto parlamentare». Le mie posizioni – aggiunge – sono «incompatibili» con l’appartenenza al nostro partito.
Con lui se ne va ufficialmente anche Claudio Fava, vicepresidente della commissione antimafia della camera: «Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario. Una marginalità che ci rende inadeguati rispetto all’ambizione che c’eravamo dati: costruire una forza autonoma della sinistra impegnata in un cambiamento del paese e nella ricostruzione di uno spazio politico largo, plurale, responsabile. Sono venute meno le condizioni  per continuare a percorrere questa strada insieme».
«Questa – aggiunge Fava – non è una scorciatoia verso altri partiti. La differenza che tu proponi fra renziani e non renziani è una semplificazione ingenerosa e grossolana».
Con Migliore e Fava starebbero valutando l’uscita da Sel un’altra decina di parlamentari (Titti De Salvo, Ileana Pezzoni, Nazareno Pilozzi, Alessandro Zan, Fabio Lavagno) su 34. Rimane da capire ancora verso quale approdo, anche se in prospettiva è realistico un percorso verso il Pd.

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