martedì 24 giugno 2014

Cuperlo prova a recuperare spazio nel Pd con la “Sinistra dem”

Rudy Francesco Calvo 
Europa  

L'ex candidato segretario battezza il terzo troncone di quella che fu la sua mozione congressuale. Scaricato dai Giovani turchi e mai digerito dai bersaniani, ora va avanti con un gruppetto di fedelissimi e guardando ai fuoriusciti di Sel
Elegante, cortese e corretto, Gianni Cuperlo ha mantenuto il suo stile anche quando nei suoi confronti non proprio tutti si sono comportati con pari eleganza. Così oggi, mentre Giovani turchi e Area riformista provano a ricercare un rapporto con la figura preminente nel Pd di Matteo Renzi (i secondi con molta più difficoltà dei primi), lui va avanti per la propria strada. Nasce da qui Sinistra dem, la nuova componente cuperliana presentata a Firenze con una pattuglia di fedelissimi (Andrea De Maria e Peppe Provenzano, tra questi). L’obiettivo? Presidiare l’area della sinistra, guardando anche a quanto sta accadendo in Sel e proponendosi come interlocutore degli ex vendoliani, in quello che l’ex presidente dem chiama un «campo aperto».
«Il Pd – ha spiegato Cuperlo – ha bisogno di una sinistra profondamente rinnovata e ripensata e noi vogliamo dare un contributo in questo senso sulle idee, sui progetti, sulle politiche e sulle riforme». Il tentativo è certo ambizioso, in un periodo di renzismo imperante. A Cuperlo va riconosciuta l’ambizione di coltivare un proprio progetto autonomo, che non si pone come elemento fondante quello di rapportarsi in un modo o nell’altro con il segretario.
Lanciato dai Giovani turchi come frontman congressuale, nel tentativo di condurre una battaglia autonoma anche di impronta generazionale, il suo nome è stato in qualche modo subìto in extremis dai bersaniani, rimasti disorientati dopo i flop elettorale e quirinalizio e le dimissioni dell’ex segretario, che non è stato in grado di trovare una candidatura alternativa, impegnato soprattutto a suo tempo nel tentativo di rinviare il congresso, piuttosto che di vincerlo. Oggi Orfini & co. hanno privilegiato la via della collaborazione con il segretario nella gestione del partito, con una caratterizzazione autonoma sul piano di alcuni contenuti. I bersaniani, invece, faticano ancora a trovare una propria collocazione, accettando di entrare in segreteria, ma insistendo su un modello di partito non solo lontano da quello che ha in testa Renzi, ma che ha anche già mostrato negli anni scorsi tutti i suoi limiti.
Gli uni e gli altri quasi non si parlano, ma si sono mostrati subito d’accordo su una cosa: la leadership di Cuperlo è da archiviare. Lui non ne ha fatto un dramma. Ha partecipato alle iniziative di tutti i suoi ex compagni di mozione, nell’estremo tentativo di tenere in vita quell’esperienza, e quando si è dovuto arrendere all’evidenza dei rapporti ormai praticamente inesistenti, ha fatto un passo di lato e ha cercato un proprio percorso. Bello, solitario e democratico.

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