martedì 24 giugno 2014

Renzi: «L’Europa non è altro da noi». E lancia la sfida: mille giorni per cambiare l’Italia

Valentina Longo 
Europa  

Rifare il Paese entro il 2017 o si va a casa. Così il premier alla presentazione delle linee guida del semestre Ue in vista del consiglio europeo, dove si presenta con un cronoprogramma dettagliato e un pacchetto di riforme
«Porteremo la voce dell’Italia in Europa con determinazione», perché «l’Europa non è altro da noi», «non può essere il luogo nel quale si vive di codicilli, cavilli e parametri». Così il presidente del consiglio Matteo Renzi ha aperto il suo intervento alla camera per la presentazione delle linee guida del semestre italiano. Poi ha illustrato la sfida con cui l’Italia si presenta al consiglio europeo del 26 e 27 giugno, il nuovo cronoprogramma: «Mille giorni per cambiare l’Italia».
«Tre anni è un periodo ampio per poter riportare l’Italia a fare l’Italia, per consentire di non farsi dettare l’agenda da un soggetto esterno e dire che le riforme le facciamo perché ne siamo consapevoli», ha detto il premier, indicando «un cronoprogramma dettagliato e un pacchetto di riforme individuato punto per punto».
Spiega Renzi a Montecitorio: «L’Italia si presenta al semestre di presidenza Ue con un pacchetto unitario di riforme, che rende giustizia anche di alcune critiche rivolte al governo in questi primi 4 mesi, ovvero che mancasse una cornice complessiva, un quadro unitario, come se mettessimo a caso dei pezzi di puzzle. Noi abbiamo una cornice, evidentemente non l’abbiamo spiegata bene», chiarisce il premier.
Che prosegue: «Allora dico che il semestre deve essere occasione per un pacchetto di riforme, cui darei un riferimento cronologico. Dopo i primi cento giorni più o meno scoppiettanti ci prendiamo un arco di tempo di mille giorni: dal 1 settembre al 28 di maggio del 2017. Un arco temporale ampio, sul quale sfidiamo il parlamento: la nostra legittimazione viene dalle Camere, potete mandarci a casa domani mattina».
Un arco di tempo quasi triennale «nel quale individuare punto per punto, e questo sarà il lavoro da fare entro il 1 settembre, cosa proponiamo nello specifico ai cittadini: quali infrastrutture, quali modifiche al fisco, diritti, agricoltura, pubblica amministrazione., welfare. Tre anni, per migliorare il paese, per riportare l’Italia a fare l’Italia: non farsi dettare l’agenda da un soggetto esterno, fare le riforme perchè sono necessarie, non perché ci sono imposte».
Nell’apertura il presidente ha insistito sulla «visione»: «l’Italia porterà la propria voce con grande
determinazione e convinzione», sarà «un’Italia forte non per il  risultato elettorale ma perché l’Italia è consapevole della propria  qualità, della qualità dei propri imprenditori e lavoratori». Dal Consiglio europeo di giovedì e venerdì dovrà uscire una «visione» dell’Europa e un accordo
conseguente sul pacchetto complessivo delle nomine ai vertici Ue.
Renzi ha ricordato che «L’Italia si è battuta perchè si affermasse un metodo, e il metodo scelto è stato un successo del nostro paese. Prima di decidere chi guida, decidiamo dove andiamo», e poi presidente della Commissione, del parlamento, l’alto rappresentante per la politica estera, presidente del Consiglio e dell’Eurogruppo».

Nessun commento:

Posta un commento