mercoledì 23 settembre 2020

Papa Francesco: "Si ascoltano più i potenti dei deboli, questo non è il cammino"

All’udienza generale il Pontefice offre una riflessione sul concetto di sussidiarietà sottolineando che oggi si ascoltano più le multinazionali o le grandi compagnie farmaceutiche che i movimenti sociali o gli operatori sanitari. E richiama l'attenzione su "gli scartati" Papa: apriamoci al perdono per combattere l'odio, non tutto si risolve con la giustizia Papa Francesco: si rispettino pianeta e poveri, ridurre emissioni e cancellare debito Papa Francesco: "Globalizzare cure, vaccino Covid sia per tutti" 23 settembre 2020 Nell'udienza generale di oggi Papa Francesco concentra ancora una volta le sue parole sulla lotta alla pandemia che sta mettendo in crisi il mondo. Per trovare rimedi alla pandemia - suggerisce Bergoglio - non possono essere ascoltati solo i colossi farmaceutici. Sul "modo di curare il virus si ascoltano più le grandi compagnie farmaceutiche che gli operatori sanitari, impegnati in prima linea negli ospedali o nei campi-profughi. Questa non è la strada buona. Tutti vanno ascoltati". Il rispetto del principio di sussidiarietà Il Pontefice richiama il principio di sussidiarietà caro all'Europa e dice che "Per uscire migliori da una crisi, il principio di sussidiarietà dev'essere attuato, rispettando l'autonomia e la capacità di iniziativa di tutti, specialmente degli ultimi", ha aggiunto. Dall'attuale crisi si esce "insieme o non funziona: o lavoriamo insieme per uscire dalla crisi o non ne usciremo mai" perché "uscire dalla crisi non significa dare una pennellata di vernice alle situazioni attuali perché sembrino più giuste. Uscire dalla crisi significa cambiare, e il vero cambiamento lo fanno tutti, e tutti insieme". Ma, rileva Francesco, nella società e nell'economia sta venendo meno il principio di sussidiarietà e così la gente è sempre meno ascoltata. "Oggi, questa mancanza di rispetto del principio di sussidiarietà si è diffusa come un virus. Pensiamo alle grandi misure di aiuti finanziari attuate dagli stati. Si ascoltano di più le grandi compagnie finanziarie - ha sottolineato - anzichè la gente o coloro che muovono l'economia reale. Si ascoltano di più le compagnie multinazionali che i movimenti sociali. Parlando in "dialetto" quotidiano, si ascoltano più i potenti che i deboli e questo non è il cammino umano, non è il cammino che ci ha insegnato Gesù". ..e il rispetto del Pianeta Francesco ha aggiunto che per alcuni politici o lavoratori sociali il motto è: "tutto per il popolo, niente con il popolo" e non si ascolta così "la saggezza del popolo nel risolvere i problemi, in questo caso nell'uscire della crisi". Il papa punta l'indice contro chi sfrutta il pianeta, ad esempio l'industria mineraria, senza sentire la voce delle popolazioni indigene. "Ciascuno deve avere la possibilità di assumere la propria responsabilità nei processi di guarigione della società di cui fa parte. Quando si attiva qualche progetto che riguarda direttamente o indirettamente determinati gruppi sociali, questi non possono essere lasciati fuori dalla partecipazione; la loro saggezza non può essere messa da parte". "Purtroppo, questa ingiustizia si verifica spesso là dove si concentrano grandi interessi economici o geopolitici, come ad esempio certe attività estrattive in alcune zone del pianeta. Le voci dei popoli indigeni, le loro culture e visioni del mondo non vengono prese in considerazione", ha detto il pontefice richiamando uno dei grandi temi che fu al centro del sinodo sull'Amazzonia ma anche dell'Enciclica Laudato Sì. Gli "scartati" Bergoglio ha poi rivolto uno sguardo agli 'scartati' "Per uscire migliori da una crisi come quella attuale, che è una crisi sanitaria e al tempo stesso una crisi sociale, politica ed economica, ognuno di noi è chiamato ad assumersi la sua parte di responsabilità". "Dobbiamo rispondere non solo come persone singole, ha proseguito il Pontefice, "ma anche a partire dal nostro gruppo di appartenenza, dal ruolo che abbiamo nella società, dai nostri principi e, se siamo credenti, dalla fede in Dio. Spesso, però, molte persone non possono partecipare alla ricostruzione del bene comune perché sono emarginate, sono escluse, sono ignorate; certi gruppi sociali non riescono a contribuirvi perché soffocati economicamente o politicamente. In alcune società, tante persone non sono libere di esprimere la propria fede e i propri valori". "Altrove, specialmente nel mondo occidentale, molti auto-reprimono le proprie convinzioni etiche o religiose. Ma così - ha spiegato il Papa - non si può uscire dalla crisi, o comunque non si può uscirne migliori, ne usciremo peggio. Affinchè tutti possiamo partecipare alla cura e alla rigenerazione dei nostri popoli, è giusto che ognuno abbia le risorse adeguate per farlo". Papa Francesco invita, per uscire dalla pandemia, a "sognare in grande" e a non limitarsi a "ricostruire il passato, soprattutto quello che era iniquo e già malato. Costruiamo un futuro dove la dimensione locale e quella globale si arricchiscano mutualmente". "Durante il lockdown è nato spontaneo il gesto dell'applauso per i medici e gli infermieri e le infermiere come segno di incoraggiamento e di speranza. Tanti hanno rischiato la vita e tanti hanno dato la vita. Estendiamo questo applauso ad ogni membro del corpo sociale, a tutti, per il suo prezioso contributo, per quanto piccolo. Applaudiamo gli scartati", "gli anziani, i bambini, le persone con disabilità, i lavoratori, tutti quelli che si mettono al servizio. Tutti collaborano per uscire dalla crisi". "La voce dei non nati" Infine il Pontefice torna a sottolineare il valore della vita umana. "Tra poco - ha detto nell'udienza generale, nei saluti ai fedeli di lingua polacca - benedirò una campana che si chiama 'la voce dei non nati, commissionata dalla fondazione "si" alla vita. Essa accompagnerà gli eventi volti a ricordare il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale. La sua voce risvegli le coscienze dei legislatori e di tutti gli uomini di buona volontà in Polonia e nel mondo".

martedì 15 settembre 2020

il prezzo di chi fa il bene dei fratelli

Don Malgesini nella città di Como era il Prete degli ultimi.
Non aveva una parrocchia specifica perché la sua pastorale era quella dell'assistenza ai bisognosi.
Un Sacerdote che nel silenzio ha cercato di sanare i grandi errori ed i grandi vuoti di questa incapace politica.


 

15 settembre ... non dimenticare