martedì 3 marzo 2015

Un albo Pd, censiti 1,2 milioni di elettori


Emilia Patta
Il Sole 24 ore 3 marzo 2015
Un albo degli elettori del Pd, innanzitutto. E primarie regolate per legge, se sarà possibile. All’americana. Dopo le ultime primarie delle polemiche - ieri la Campania, l’altro ieri la Liguria - il Pd di Matteo Renzi prende in mano il dossier per studiare qualche possibile correzione che renda più sicure le competizioni locali senza snaturare l’istituto principe del partito a vocazione maggioritaria, istituto che ha permesso allo stesso Renzi di scalare in pochi mesi un Pd altrimenti inscalabile.
Il censimento degli elettori è già in corso da un po’, e il numero due del Pd Lorenzo Guerini racconta che si è arrivati fin qui a un milione e 200mila elettori censiti. I partecipanti alle ultime primarie, quelle per la leadership del partito vinte da Renzi, sono stati alla fine del 2013 circa 3 milioni. Ma non solo le ultime primarie sono la base del censimento in atto a Largo del Nazareno. «Stiamo inserendo, verificandoli con verifiche a campione, i dati delle ultime primarie ma non solo - spiega Guerini - che ci stanno trasmettendo le federazioni provinciali». Si tratta però di dati contenuti su supporti informatici diversi, a volte incompleti, e quindi il lavoro avviato è lungo. In ogni caso quello delle primarie è una sorta di “tesoro” rimasto a lungo inutilizzato, come ammette il senatore Giorgio Tonini, pensando anche all’epoca veltroniana. «Una Ferrari che sta in garage», dice Tonini. «Quei tre milioni potrebbero diventare l’avanguardia dei nostri elettori, anche in termini di partecipazione e “militanza” nei momenti di campagna elettorale».
Ma il censimento di Largo del Nazareno guarda naturalmente più in là. Un albo nazionale degli elettori servirà in primo luogo a rendere più disciplinate le primarie a livello cittadino e regionale dopo le polemiche sull’utilizzo strumentale degli immigrati da parte dei competitor locali (i famosi cinesi) e sulle infiltrazioni più o meno organizzate da parte di partiti avversari. Motivi che, va ricordato, portarono l’allora segretario Bersani ad annullare le primarie a Napoli nel 2011. Ma l’albo nazionale dovrebbe servire - qui il condizionale è d’obbligo perché su questo punto c’è una riflessione in corso - anche a disciplinare le primarie nazionali per la scelta del leader del partito e del candidato premier alle elezioni politiche. Chiaro però che l’iscrizione all’albo restringerebbe inevitabilmente la platea dei partecipanti. E prevedere preregistrazioni dopo aver fortemente criticato Bersani per averle volute nel 2012 potrebbe essere imbarazzante. «Lascerei aperta la possibilità di iscriversi all’albo degli elettori contestualmente al voto per le primarie - dice Tonini -. Magari prevedendo la registrazione solo per quei soggetti che non partecipano alle elezioni politiche come appunto gli immigrati e i minorenni». D’altra parte in molti stati americani - se il modello è quello Usa - possono iscriversi al momento del voto gli elettori indipendenti, ossia che non sono iscritti né nelle liste dei democratici né nelle liste dei repubblicani. Ma l’albo degli elettori sul modello americano rimanda inevitabilmente alle primarie regolate per legge, come appunto accade negli Usa. Un passo che tuttavia sarà possibile fare se c’è l’accordo degli altri partiti, o almeno di una parte di essi. Anche perché in caso di primarie per legge le spese per le votazioni sono a carico dello Stato, e sarebbe una forzatura far passare una legge del genere se ad usufruirne dovesse essere un partito solo. E al momento il campo del centrodestra assomiglia più a un campo di battaglia che a una coalizione, figuriamoci a un partito. Intanto il censimento di Largo del Nazareno va avanti.

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