mercoledì 4 marzo 2015

Falso in bilancio, via le soglie. Si apre il caso intercettazioni.


Corriere della Sera 04/03/15
Virginia Piccolillo
Niente più soglie, al di sotto delle quali si è automaticamente impuniti. Ma per i reati di falso in bilancio, procedibili d’ufficio, si faranno distinzioni. Verranno puniti più duramente i responsabili e dirigenti di società quotate in borsa (solo in Italia e in Europa): da 3 a 8 anni. Ma per casi di tenue gravità, e se l’azienda non è tra quelle troppo grandi o troppo ricche per fallire, si lascerà al giudice facoltà di valutare se il falso in bilancio o le false comunicazioni possano essere punite con la reclusione da 1 a 5 anni. In questo caso, l’entità della pena massima non consentirà al magistrato, durante le indagini, di poter intercettare i sospetti.

È l’ultimo testo scritto dal governo sul reato di falso in bilancio. Almeno fino a ieri, quando l’articolato, atteso in commissione giustizia, si è fermato a Palazzo Chigi, all’attenzione del ministro ai Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi. Facendo nascere il giallo sui tempi in cui sarebbe approdato al Senato. Tra rumors di una levata di scudi del ministero dello Sviluppo, che dava voce ai dubbi di Confindustria su un testo con un margine di discrezionalità del giudice ritenuto troppo ampio. Speculare all’altolà registrato al Senato, dove il pd Giuseppe Lumia metteva in guardia il governo dall’allargare troppo le maglie: «C’è stato un accordo di maggioranza ci aspettiamo che venga rispettato. E che il testo arrivi qui in commissione». Il Guardasigilli Orlando, a Ballarò, ha confermato che il testo non arriverà direttamente in aula. Punto non da poco perché la composizione della commissione Giustizia, ad alta incidenza cinquestelle e democrat agguerriti, non lascerebbe passare un testo annacquato. I tempi dell’arrivo in Aula del provvedimento anticorruzione si allungano: l’Aula era convocata per domani. Ma Orlando ha promesso per «la prossima settimana sicuramente l’Aula avrà votato il ddl anticorruzione e risolto i dubbi». In una riunione di maggioranza, con Orlando, ieri, si è parlato anche di prescrizione. E si è prefigurato un allungamento dei termini per i reati della pubblica amministrazione. Ma Ncd protesta perché ciò ne renderebbe alcuni «imprescrittibili» con «l’unico grave effetto di allungare i processi». Il Pd replica che per reati di «grave allarme sociale» è previsto addirittura il raddoppio. E la corruzione lo è, a giudicare anche dai fatti di ieri.

La tensione è alta. E si capirà oggi se almeno sul falso in bilancio si metterà un punto fermo. Ma cosa prevede il testo? L’articolo 7 si occupa delle società non quotate in borsa. Ed esclude, come dicevamo, la possibilità di intercettazioni perché punisce con la reclusione da 1 a 5 anni «gli amministratori i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori», che per proprio o altrui ingiusto profitto, «nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, consapevolmente espongono informazioni non rispondenti al vero o omettono informazioni imposte dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore». L’articolo 7 bis prevede inoltre la pena da 6 mesi a 3 anni se i fatti contestati «sono di lieve entità, tenuto conto di natura e dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta». E il 7 ter aggiunge che «ai fini della non punibilità per particolare tenuità il giudice valuta anche se i fatti riguardano società» soggette al fallimento.

Pene più dure, invece, da 3 a 8 anni, per «amministratori, direttori generali, dirigenti che redigono documenti contabili societari, sindaci e liquidatori» di società quotate, che diventano intercettabili. Ma solo se le società «sono ammesse a negoziazioni del mercato regolamentato in Italia o in Europa».

Nessun commento:

Posta un commento