sabato 21 marzo 2015

L’addio di Lupi: lascio a testa alta. Renzi assicura un interim breve.


Corriere della Sera 21/03/15
Dino Martirano
«Lascio il governo a testa alta, guardandovi negli occhi...Quando sono diventato ministro non mi sono mica dimesso da marito e da padre....». Il responsabile delle Infrastrutture Maurizio Lupi (non indagato a Firenze ma triturato dalla pubblicazione delle intercettazioni per i suoi rapporti con gli indagati nelle inchiesta sulle grandi opere) si è dimesso anche in Parlamento. Giovedì sera lo aveva fatto in tv. Poi ieri, alla Camera, davanti a una manciata di deputati, ha pure ringraziato il presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Lo ringrazio perché non mi ha chiesto lui di dimettermi... All’inizio non volevo farlo poi però mi sono deciso per il passo indietro per ridare forza alle istituzioni». Lupi, che avrà il posto di capogruppo Ncd alla Camera, ha poi riferito al capo dello Stato che lo ha ricevuto al Quirinale: «Un gesto non dovuto, un incontro cordiale e anche affettuoso», racconta l’ex ministro.

La versione fornita dal presidente del Consiglio, che da Bruxelles ha commentato a lungo davanti alle telecamere le dimissioni del suo ministro delle Infrastrutture, è quella del «gesto di grande dignità e sensibilità fatto sulla base di una valutazione politica». Dunque, ha voluto rimarcare Renzi, nessuno ha obbligato Lupi a rinunciare alla poltronissima di Porta Pia (sede del ministero che accorpa Lavori pubblici e Trasporti): «Ho letto ricostruzioni davvero stravaganti... Noi siamo garantisti e io ho messo più volte tutto il mio impegno per sottolineare che non può bastare un avviso di garanzia per chiedere le dimissioni. E questo è vero a maggior ragione nel caso in cui neanche c’era l’avviso di garanzia...».

Non indagato a Firenze, super intercettato (come bersaglio di rimbalzo) per almeno due anni, Lupi si è presentato alla Camera dicendo che lui si è comportato come qualsiasi padre italiano: «Ho solo presentato a mio figlio Incalza (arrestato, ndr ), una persona di esperienza...». E ha pure detto di ritenere normale «festeggiare con l’ingegner Perotti (arrestato anche lui, ndr ) che è amico di famiglia da molto tempo... Auguro che nessuno vi attacchi con questa potenza di fuoco nella vostra intimità». L’Aula ha accolto questo ultimo passaggio del ministro dimissionario con un lungo applauso bipartisan. Da Bruxelles, invece, Renzi ha detto che «gli italiani non devono avere paura, timori, se vengono fuori delle indagini...». È vero, ha aggiunto il premier, «le indagini devono rispettate le regole... Ma è positivo che ci siano per la straordinaria percentuale di opere pubbliche e private a rischio corruzione». La conclusione è una carezza del premier alle toghe: «Spero che le indagini non solo continuino ma che ce ne siano molte di più». Ma anche un avvertimento: «Che si faccia pulizia è un fatto positivo» ma la politica «non si lascia dettare le decisioni dalla magistratura».

Tra i commenti di giornata vale la pena citare quello di Marco Pannella. L’unico contro corrente: «A questo punto Renzi respinga le dimissioni di Lupi. Perché mai dovrebbe accettare delle dimissioni, motivate come sono state motivate, in assenza di qualsiasi iniziativa istituzionale che sia, anche solamente critica o polemica nei confronti del ministro?».

A chi gli chiedeva se sarà il magistrato Raffaele Cantone a sostituire Lupi (si fanno anche i nomi di Luca Lotti e Nicola Gratteri) il premier ha risposto così: «Terrò l’interim alcuni giorni... Le valutazioni sui nomi dei ministri si fanno davanti al capo dello Stato». L’appuntamento al Quirinale è già stato fissato per lunedì.

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