domenica 15 marzo 2015

Primarie sul filo dopo la débâcle della giunta Orsoni.


Corriere della Sera 15/03/15
Massimo Rebotti
Il risultato è incerto e la campagna per le primarie, con i tempi che corrono, è stata anche partecipata. Oggi a Venezia il centrosinistra sceglie il candidato sindaco e in lizza sono in tre. I vertici del Pd (anche a Roma) appoggiano Nicola Pellicani, 53 anni, giornalista e figlio di Gianni, che fu vicesindaco e parlamentare del Pci. Il suo avversario più accreditato è Felice Casson, 61 anni, senatore dem ed ex magistrato, che sfiorò la poltrona di primo cittadino nel 2005, battuto da Massimo Cacciari per 200 voti. Il terzo è Jacopo Molina, 37 anni, avvocato e consigliere comunale, renziano della prima ora. Con la sfida di oggi il Pd cerca di lasciarsi alle spalle la disastrosa fine dell’amministrazione precedente, con il sindaco Giorgio Orsoni accusato di aver ricevuto finanziamenti illeciti per la campagna elettorale dal Consorzio Venezia nuova. Da luglio 2014 la città è retta da un commissario e i tre candidati di oggi hanno fatto a gara a chi si distanziava di più da quel passato imbarazzante. Qualche giorno fa, durante un confronto davanti a centinaia di persone, l’outsider Molina ha chiesto agli altri due di firmare un «contratto» che li impegnasse a non inserire nella futura amministrazione alcun membro della giunta precedente. Pellicani e Casson non hanno firmato — «questa del finto contratto è una berlusconata» — e però hanno promesso: «Nessuno sarà riproposto». Il cuore della sfida è proprio qui: chi rappresenterà meglio la «discontinuità» rispetto al passato. Pellicani è appoggiato dal Pd, ma non ha mai fatto politica prima; Casson ha fama di «ribelle» rispetto al partito, ma è senatore e la corsa a sindaco l’ha già tentata. L’altra incognita è quanto peserà l’influenza di Cacciari: l’ex sindaco sostiene Pellicani e pochi giorni fa ha fatto anche un appello pubblico in favore del giornalista. La sua voce è ancora molto ascoltata (ha governato la città per tre volte). A Venezia si chiedono se sarà anche determinante, dieci anni dopo, per sbarrare un’altra volta la strada a Casson.




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