venerdì 20 marzo 2015

Il crociato

massimo gramellini  
La Stampa 20 marzo 2015
«Questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo», scrivono su Twitter i trombettieri dell’Isis dopo la mattanza tunisina, postando una foto del signor Caldara con la faccia annullata da una croce. Non fosse una tragedia, ci sarebbe da sorridere. Perché solo una banda di deficienti può riconoscere un cavaliere templare nell’immagine di un signore in maniche corte, dallo sguardo mite e pacificato col mondo. Il crociato Francesco Caldara della contea di Novara era un temibilissimo autista di bus in pensione, un vedovo precoce che in fondo a troppo dolore si era ricostruito una vita e aveva affrontato la sua prima crociera per festeggiare il compleanno della nuova compagna. Non so se fosse cristiano, musulmano, buddhista, agnostico o semplicemente confuso come tanti. Di sicuro non lo sanno neanche loro, «i leoni del monoteismo» che si vantano della sua eliminazione. A pelle, mi sentirei comunque di escludere che tra i suoi obiettivi immediati ci fosse la riconquista del Santo Sepolcro.
Il crociato, l’ebreo, l’omosessuale, il clandestino. Sono sempre le astrazioni che riducono in pappa i cervelli. Dio del buonsenso, se esisti, ma anche se non esisti, dammi la forza di vedere nel prossimo le storie e mai le etichette, i nomi e i cognomi invece che i simboli.  

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