venerdì 13 marzo 2015

Il gelo dei cattolici sull’assoluzione: il discorso morale è diverso dalla legge.


Corriere della Sera 13/03/15
M.Antonietta Calabrò
«La legge arriva fino a un certo punto, il discorso morale è un altro». Il segretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, precisa subito che «la questione non riguarda solo l’ex premier Silvio Berlusconi». E, per di più, fa un esempio che non può essere equivocato, quello dell’aborto, una pratica legale, «ma — spiega — se un fatto è legale non è detto che sia morale». Distinguo a parte, e tornando a Berlusconi, Galantino si è schierato in modo più che deciso, con la risposta che il direttore del quotidiano dei vescovi Avvenire , Marco Tarquinio, ha dato a due lettori divisi tra loro nel giudizio sull’«esito penale favorevole a Berlusconi». Tarquinio infatti ha scritto che la sentenza della Cassazione sul caso Ruby «non cancella il rilievo istituzionale e morale», aggiungendo che «un’assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale». 

«Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata», ha aggiunto chiaro Galantino. Ripetendo in sostanza quello che nel settembre 2011 disse il cardinale Angelo Bagnasco al momento dell’esplosione del caso Ruby quando aveva parlato di stili di vita «difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica». 

Come reagiscono alle affermazioni dei vescovi, i cattolici che militano in Forza Italia? Facendo una radiografia delle appartenenze di provenienza, in realtà, ormai di cattolici dentro FI è difficile trovarne. È stata grande infatti la trasmigrazione nelle fila del Ncd e di Area popolare di tutti i forzisti più impegnati sul fronte di quelli che nella Seconda Repubblica, si chiamavano i «principi non negoziabili» in materia di vita e di morte (Lupi, Roccella). Altri rimasti in FI, come Mariastella Gelmini, non vogliono commentare. Altri ancora invece lo fanno, in modo sorprendentemente controversiale. Antonio Palmieri , deputato del collegio lombardo di Cantù, ad esempio, si dice completamente d’accordo con Galantino. D’accordo? «Sì — risponde — perché anche monsignor Galantino e il direttore Tarquinio distinguono il peccato dal reato e sottolineano il rilievo istituzionale e morale del processo Ruby che è diverso dall’esito penale, visto che è servito ad abbattere un avversario politico e a cambiare il governo del Paese». Quanto al «peccato», Palmieri aggiunge che Berlusconi «non ha mai esibito la sua vita privata, che invece è stata spiattellata sui giornali in seguito all’inchiesta della magistratura» e che «un uomo politico si giudica per le sue azioni pubbliche e non per quello che fa o non fa a casa propria». Infine, dice ancora: «Per il peccato, come ci ricorda tutti i giorni papa Francesco, c’è la misericordia di Dio». 

Per Gianfranco Rotondi, anche lui cattolico, ex dc, quello di Galantino «non è un attacco a Berlusconi ma la riaffermazione di un’ovvietà per un uomo di Chiesa. Anzi, un uomo di Chiesa ha il dovere di ricordarlo». Rotondi aggiunge subito dopo: «Naturalmente Galantino sa che il precetto più importante per un cattolico è: “Non giudicare e non sarai giudicato”». E che «un politico, laicamente, va valutato per quello che fa sul fronte dell’azione pubblica e lo sapevano bene i democristiani che hanno avuto santi come La Pira e gente magari sposata tre o quattro volte, e nessuno se ne é mai scandalizzato».

 Proprio per questo Rotondi ricorda che «i governi Berlusconi hanno sempre sostenuto le linee etiche della Chiesa», mentre, conclude, «la confessione non si fa in pubblico». 

«Preferisco l’etica dei principi al facile moralismo» dice diretto a Galantino, Maurizio Sacconi ex Forza Italia, ora senatore di Ap. 

L’Associazione nazionale magistrati, infine, si è schierata contro chi oggi impugna la «dimostrata innocenza» dell’ex Cavaliere per evocare la responsabilità civile delle toghe. «È assolutamente fuori luogo», ha affermato il presidente Rodolfo Sabelli.




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