martedì 17 marzo 2015

L’officina ligure dell’alternativa
si sgretola tra veleni e gaffe.


Corriere della Sera 17/03/15
Marco Imarisio
Le mail di don Farinella dal senno e dal computer fuggite sono un buon consiglio di lettura per i carpentieri dell’erigenda coalizione sociale. A gennaio la Liguria sembrava la terra promessa di chi cerca spazio a sinistra del Pd. Dopo aver imposto la candidatura contando sull’immobilismo e le contraddizioni altrui, la renziana Raffaella Paita e il suo pigmalione Claudio Burlando avevano vinto le primarie per la corsa a presidente in un modo che non profumava esattamente di bucato. A quel punto, in una delle regioni più impermeabili al verbo renziano, tutti uniti, a parole: la Liguria doveva diventare il laboratorio politico dell’alternativa a sinistra. Laddove altri avevano fallito, questa volta sarebbe riuscito il miracolo di tenere insieme entità differenti tra loro dello zero virgola. Ma talvolta i decimali risultano insormontabili come la cima Coppi del Giro d’Italia. In un paio di mesi i veti incrociati tra associazioni, sindacati di base e dissidenti del Pd hanno fatto fuggire Ferruccio Sansa, il giornalista del Fatto quotidiano che avrebbe fatto il gran passo anche senza l’egida del vicino di casa Beppe Grillo. Rete a sinistra, che comprende civatiani, movimenti, Sel e Arci, aveva invece corteggiato Paolo Putti, il capogruppo genovese del M5s in odor di eresia. Don Paolo Farinella, il parroco del centro storico che ha raccolto l’eredità del compianto don Gallo, aveva altre idee, e così l’Altra Liguria, ovvero Verdi, Lista Tsipras e Rifondazione. Ognuno per sé. Andando sempre più al ribasso sono caduti come birilli una decina di altre candidature, nel nome del proprio orticello e dei decimali. Al momento l’unico rimasto in piedi è Giorgio Pagano, ex sindaco di La Spezia che oltre a essere inviso a Rete a sinistra non è proprio l’asso di briscola. Stanchi di aspettare, i camalli e i sindacati di base si sono fatti due liste in proprio. E ieri Alessandra Costante del Secolo XIX ha illustrato lo stato dell’unione a sinistra rivelando la gaffe di don Farinella, che per errore ha inviato ai destinatari della presunta coalizione una serie di mail private. Il religioso ne ha per i civatiani, «che si venderanno alla Paita», Pagano ci va pesante con Sel, mentre l’esponente della sempre mitica società civile definisce «pericolosi cretini» quelli di Rete a sinistra. Quasi un documento antropologico, a futura memoria.

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