sabato 19 luglio 2014

Legalità, prevenzione e qualità Ecco le lacune del Libro Bianco


Corriere della Sera 19/07/14
Umberto Ambrosoli 
coordinatore delle opposizioni in Consiglio regionale

Mi preme però segnalare almeno sei cardini la cui mancanza rende fragile e instabile tutta la costruzione. A fronte del problema della corruzione, espressione dell’inefficienza e dell’iniquità del servizio pubblico, il «Libro Bianco» propone una «Struttura Regionale di Controllo e Promozione dell’Appropriatezza e Qualità» non meglio precisata (ad esempio: con quale indipendenza dall’esecutivo regionale?). La sanità è la principale competenza della Regione: legalità, trasparenza e controllo sono perciò indispensabili e sono anche obiettivi possibili. Occorrono politiche della salute integrate che trovino attuazione in tutte le principali politiche «sociali» della Regione: da quelle dell’ambiente, a quelle della casa, a quelle di un equilibrato sviluppo economico. Tutto ciò è assente nel «Libro Bianco», che nulla di nuovo dice sul rapporto con i privati e su come evitare di considerare la salute non business, ma fondamentale servizio pubblico. E resta anche sullo sfondo quello che è invece uno dei patrimoni più fruttuosi della Regione Lombardia: cioè quella rete di università pubbliche e private che possono sviluppare una profonda sinergia col sistema sociosanitario, dando il via ad immense opportunità. Per anni si è investito troppo sulla produttività ospedaliera e la competizione, perdendo la sfida della qualità. Serviva una stagione che rilanciasse la prevenzione, per evitare interventi sempre a posteriori, con costi maggiori, rilanciando così le Asl e i Distretti. Ma di prevenzione nel Libro Bianco non c’è cenno. Le vecchie Asl, invece che essere rafforzate, sono trasformate in Agenzie, diventano delle vecchie mutue, con identità poco chiara e assetto macchinoso. Le eccellenze cliniche esistenti non riescono ancora a trovare valorizzazione in una rete di presidi e servizi che collaborano operativamente tra di loro e così la questione fondamentale dell’assetto dei servizi sanitari e ospedalieri nell’area metropolitana è ancora una volta rinviata. Infine basta privilegiare le affiliazioni partitiche! Professionalità, merito e etica del servizio pubblico sono alla base di un servizio sanitario regionale efficace ed efficiente. Ma niente ho letto sulla rivoluzione delle attuali logiche di selezione e promozione di manager e professionisti, su come effettivamente ed in concreto evitare nomine di direttori generali e di primari con criteri di lottizzazione e di appartenenza partitica. Vorrei essere smentito: per il bene della sanità lombarda e dei cittadini che ad essa si affidano.

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