martedì 8 luglio 2014

I “ragazzi delle colline” cresciuti nell’odio ora Israele si spacca sul nemico di dentro

La Repubblica - 7/7/14
FABIO SCUTO

GERUSALEMME. Un paese sotto shock dopo la confessione degli assassini del giovane palestinese bruciato vivo Da Gaza una pioggia di missili: 100 lanci in poche ore

Israele scopre oggi di avere un pericoloso nemico interno, i nazionalisti religiosi, gli ultrà delle colonie e gli “Hilltop Youth”, i ragazzi delle colline scesi per portare la vendetta fino a Gerusalemme, nel cuore della Terrasanta. Il nemico esterno, Hamas ha sparato più di cento missili in un solo giorno da Gaza su tutto il sud di Israele, mentre si incendiano le città “arabe” del nord e vacilla sotto i colpi della protesta il governo del premier Benjamin Netanyahu.
Israele affronta in questi giorni la crisi più complessa e lacerante degli ultimi anni, il nemico dell’Israele laico e democratico non è solo alle frontiere, ma vive a Kiryat Arba, Yitzhar, Sussia, Adam e Beit Yattir. Le colonie un tempo “coccolate” da tutti i politici si stanno rivelando la fucina dell’anti-Stato. Con l’arresto dei sei giovani estremisti ebrei coinvolti nell’omicidio del ragazzo palestinese bruciato, Israele è adesso consapevole del crescente pericolo rappresentato da gruppi più o meno organizzati ma uniti da una violenta ideologia anti-araba. La confessione di tre dei giovani killer è arrivata in un’altra giornata segnata da violenze, specie sul fronte volatile della Striscia di Gaza. Se non cesserà il lancio dei missili, Israele è pronto all’escalation militare ed è ciò che Hamas — isolato e all’angolo senza più “padrini” stranieri — alla fine desidera.
«L’omicidio diabolico di Mohammad è l’incubo dello Shin Bet (il servizio segreto interno), uno scenario in cui il conflitto israelo-palestinese si trasforma in contri inter-etnici tra le due comunità, guidati dalla legge biblica del taglione», ha scritto nel suo editoriale Maariv , esprimendo le paure e timori che sia stata imboccata una pericolosa deriva. Ne è ben consapevole il premier Benjamin Netanyahu che ribadisce «che il terrorismo dei nazionalisti ebrei non è differente da quello degli islamisti» e che ieri mattina ha chiamato al telefono il padre del ragazzo arabo assassinato per porgergli le condola glianze e la promessa che gli assassini del figlio «saranno duramente giudicati». Il pericolo del dilagare di queste violente ha spinto ieri i due presidenti d’Israele — l’uscente Shimon Peres e il nuovo eletto Reuven Rivlin — a lanciare un appello congiunto per porre fine alle violenze e ad avere fiducia nella capacità di vivere insieme. All’appello alla pacificazione hanno risposto anche le famiglie dei ragazzi uccisi nei due drammi che si sono consumati in queste settimane, il rapimento e l’uccisione dei tre seminaristi ebrei e l’orrenda vendetta consumata sul ragazzino palestinese. Le famiglie potrebbero presto incontrarsi in una visita di rispettive condoglianze. In questo senso si sono accordati lo zio di Naftali Fraenkel, uno dei tre ragazzi, ed Hussein, padre di Mohammad, che si sono parlati direttamente al telefono durante una visita del sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, alla famiglia Fraenkel. Diversi gruppi di estremisti ebrei sono stati individuati dallo Shin Bet, quelli che gravitano attorno alla squadra dei Beitar Jerusalem tristemente famosi per il loro razzismo anti-arabo noti col nome di “La Familia” (sul website ufficiale ci sono 13 mila adesioni) e un’altra denominata “Lehava”, che invece agisce nelle spedizioni punitive contro negozi e commercianti arabi. La sicurezza israeliana — la popolazione di Israele — sta scoprendo quel mondo oscuro legato alla destra nazionalistareligiosa, delle yeshiva nei Territori occupati guidate da rabbini oltranzisti, degli insediamenti dove l’impasto fra la dottrina ultra ortodossa e il nazionalismo esasperato hanno creato un mix esplosivo che si fa guidare solo dalla “halachà”, la legge religiosa che è sempre superiore a quella dello Stato. E in questa visione messianica e razzista non c’è posto per gli arabi. Alcuni gruppi sono specializzati nelle rappresaglie di solito firmate “Mehir Tag” (il prezzo, in ebraico) e per questo chiamate “Price Tag Gangs” o gli “Hilltop Youth”, i ragazzi delle colline. Sono giovani, giovanissimi e prendono ispirazione da ben noti rabbini come Itzhak Ginzburg, Itzhak Shapira e Drov Lior di Hebron, le cui teorie e predicazioni sono apertamente razziste. Con maligna apatia il mondo della politica ha finora girato il volto da un’altra parte.



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