La Repubblica - 7/7/14
FABIO SCUTO
GERUSALEMME. Un paese sotto shock dopo
la confessione degli assassini del giovane palestinese bruciato vivo
Da Gaza una pioggia di missili: 100 lanci in poche ore
Israele scopre oggi di avere un
pericoloso nemico interno, i nazionalisti religiosi, gli ultrà delle
colonie e gli “Hilltop Youth”, i ragazzi delle colline scesi per
portare la vendetta fino a Gerusalemme, nel cuore della Terrasanta.
Il nemico esterno, Hamas ha sparato più di cento missili in un solo
giorno da Gaza su tutto il sud di Israele, mentre si incendiano le
città “arabe” del nord e vacilla sotto i colpi della protesta il
governo del premier Benjamin Netanyahu.
Israele affronta in questi giorni la
crisi più complessa e lacerante degli ultimi anni, il nemico
dell’Israele laico e democratico non è solo alle frontiere, ma
vive a Kiryat Arba, Yitzhar, Sussia, Adam e Beit Yattir. Le colonie
un tempo “coccolate” da tutti i politici si stanno rivelando la
fucina dell’anti-Stato. Con l’arresto dei sei giovani estremisti
ebrei coinvolti nell’omicidio del ragazzo palestinese bruciato,
Israele è adesso consapevole del crescente pericolo rappresentato da
gruppi più o meno organizzati ma uniti da una violenta ideologia
anti-araba. La confessione di tre dei giovani killer è arrivata in
un’altra giornata segnata da violenze, specie sul fronte volatile
della Striscia di Gaza. Se non cesserà il lancio dei missili,
Israele è pronto all’escalation militare ed è ciò che Hamas —
isolato e all’angolo senza più “padrini” stranieri — alla
fine desidera.
«L’omicidio diabolico di Mohammad è
l’incubo dello Shin Bet (il servizio segreto interno), uno scenario
in cui il conflitto israelo-palestinese si trasforma in contri
inter-etnici tra le due comunità, guidati dalla legge biblica del
taglione», ha scritto nel suo editoriale Maariv , esprimendo le
paure e timori che sia stata imboccata una pericolosa deriva. Ne è
ben consapevole il premier Benjamin Netanyahu che ribadisce «che il
terrorismo dei nazionalisti ebrei non è differente da quello degli
islamisti» e che ieri mattina ha chiamato al telefono il padre del
ragazzo arabo assassinato per porgergli le condola glianze e la
promessa che gli assassini del figlio «saranno duramente giudicati».
Il pericolo del dilagare di queste violente ha spinto ieri i due
presidenti d’Israele — l’uscente Shimon Peres e il nuovo eletto
Reuven Rivlin — a lanciare un appello congiunto per porre fine alle
violenze e ad avere fiducia nella capacità di vivere insieme.
All’appello alla pacificazione hanno risposto anche le famiglie dei
ragazzi uccisi nei due drammi che si sono consumati in queste
settimane, il rapimento e l’uccisione dei tre seminaristi ebrei e
l’orrenda vendetta consumata sul ragazzino palestinese. Le famiglie
potrebbero presto incontrarsi in una visita di rispettive
condoglianze. In questo senso si sono accordati lo zio di Naftali
Fraenkel, uno dei tre ragazzi, ed Hussein, padre di Mohammad, che si
sono parlati direttamente al telefono durante una visita del sindaco
di Gerusalemme, Nir Barkat, alla famiglia Fraenkel. Diversi gruppi di
estremisti ebrei sono stati individuati dallo Shin Bet, quelli che
gravitano attorno alla squadra dei Beitar Jerusalem tristemente
famosi per il loro razzismo anti-arabo noti col nome di “La
Familia” (sul website ufficiale ci sono 13 mila adesioni) e
un’altra denominata “Lehava”, che invece agisce nelle
spedizioni punitive contro negozi e commercianti arabi. La sicurezza
israeliana — la popolazione di Israele — sta scoprendo quel mondo
oscuro legato alla destra nazionalistareligiosa, delle yeshiva nei
Territori occupati guidate da rabbini oltranzisti, degli insediamenti
dove l’impasto fra la dottrina ultra ortodossa e il nazionalismo
esasperato hanno creato un mix esplosivo che si fa guidare solo dalla
“halachà”, la legge religiosa che è sempre superiore a quella
dello Stato. E in questa visione messianica e razzista non c’è
posto per gli arabi. Alcuni gruppi sono specializzati nelle
rappresaglie di solito firmate “Mehir Tag” (il prezzo, in
ebraico) e per questo chiamate “Price Tag Gangs” o gli “Hilltop
Youth”, i ragazzi delle colline. Sono giovani, giovanissimi e
prendono ispirazione da ben noti rabbini come Itzhak Ginzburg, Itzhak
Shapira e Drov Lior di Hebron, le cui teorie e predicazioni sono
apertamente razziste. Con maligna apatia il mondo della politica ha
finora girato il volto da un’altra parte.
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