mercoledì 2 luglio 2014

Europa....speranza nel futuro


Marta Giovannini
 
La cosa più bella di oggi è vedere l'attenzione del mondo per il nostro Paese. Qualcosa è cambiato. L'aria è diversa, e non solo perché è il nostro semestre europeo. La parola passa al più giovane Presidente del Consiglio, forte del suo 41% di consenso in Italia ( o forse più) nonostante l'atteggiamento ostile dei giovani e vecchi gattopardi italiani, oggi così in difficoltà di fronte alla forza della speranza che Renzi rappresenta e della "generazione Telemaco".. Ed è quella speranza che l'Europa studia e chiede con forza, perché quella speranza ha saputo riavvicinare la politica ai cittadini e può avvicinare i cittadini all'Europa. Si parla di Italia e di Grecia - che oggi ci passa le consegne - e così di orgoglio nazionale e di cultura umanistica, e insieme, di identità europea. Renzi parla a braccio e parla anche del PD. Ribadisce che è necessario fare le riforme, fare sacrifici e non arroccarsi, chiudersi, come nell'evo di mezzo, per mantenere tutto intatto sotto l'ombra del campanile. La storia non lo permette, chi non capisce che il mondo è cambiato e cambia è visibilmente inadeguato. L'italia a guida Renzi lo sa e vuole cambiare, ritrovando semplicità nelle istituzioni, nell'organizzazione interna, nella consapevolezza che siamo stati davvero sul baratro. Mostriamo allora coraggio, senza piagnistei, senza reazioni di memoria leghista, in cui ognuno pensa a se', senza neppure rendersi conto che abbiamo bisogno dll'Italia e dell'Europa. Convintamente il nostro Paese rinnovato rispetterà le regole e la stabilità ma chiederà, da subito, crescita e non soli per l'Italia ma per l'Europa, per l'identità europea. Non ci interessa il passato, ci interessa partecipare al futuro e viverlo con la velocità propria del futuro; e ci interessa farlo come europei non solo come italiani . E Il vecchio continente e' oggi consapevole di essere un popolo vero e non un' "espressione geografica". Il cammimo è iniziato e - come si sa - electa una via non datur recursus ad alteram!

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