lunedì 21 luglio 2014

Orlando loda il sistema di garanzia. 
E rilancia.


Corriere della Sera 20/07/14
M .Gu.

«Al di là del merito»,la sentenza con cui la seconda Corte d’Appello di Milano ha assolto Silvio Berlusconi dimostra che in Italia «abbiamo un sistema di garanzie molto importante». Il Guardasigilli Andrea Orlando commenta da Mantova l’assoluzione di Silvio Berlusconi e fa capire quale direzione prenderà la riforma della giustizia. Il sistema sarà migliorato, ma non stravolto. E poiché si tratta di una «infrastruttura democratica», tutti dovranno partecipare al processo riformatore.

Convinto che la riforma della giustizia abbia «una grande rilevanza politica» il ministro avverte il «rischio che la discussione si schiacci su casi concreti, pro o contro Berlusconi come è stato in questi anni, o che si sconfini nel tecnicismo». Aprendo la scuola di formazione politica organizzata dai Giovani democratici della Lombardia, l’esponente dei «giovani turchi» del Pd difende il sistema d’appello del nostro ordinamento perché dà ai magistrati la possibilità di decidere diversamente dal primo grado: «È un bene a cui dovremmo essere affezionati». Mentre la responsabilità civile delle toghe, nella formulazione proposta dalla Lega Nord e passata alla Camera per sette voti, non convince affatto Orlando: «Va in senso contrario. Il rischio è che il magistrato, per non esporsi a rischi personali, cerchi di uniformarsi alle pronunce degli altri magistrati, oppure scelga quali processi fare e quali no». È per questo che serve non una responsabilità diretta, ma «mediata dallo Stato». Temi delicatissimi, decisioni importanti che dovranno coinvolgere non solo gli addetti ai lavori come giudici e avvocati, ma tutto il Paese con «una grande discussione». Non sarà facile e Orlando si prepara alla battaglia, dentro e fuori dal Parlamento: «La nostra proposta si scontra con tantissime resistenze, con rendite di posizione e convincimenti di carattere culturale. Davanti abbiamo un lavoro enorme...».

Sull’onda dell’assoluzione del leader, Forza Italia spinge per una riforma concordata «sul serio» tra maggioranza e opposizione e pianta i suoi paletti: separazione delle carriere, responsabilità civile diretta per dolo e colpa grave, depoliticizzazione del Csm. La macchina della riforma si è messa in moto. Il presidente nazionale dell’Unione camere penali, Valerio Spigarelli, spera in una accelerazione e però boccia l’idea di abolire l’appello: «Deve rimanere, per evitare che sentenze sbagliate possano divenire definitive ed essere certificate come una decisione inamovibile».

Il centrodestra prova a riannodare un dialogo. Angelino Alfano commenta la sentenza come «una buona notizia per l’Italia» e invita a rileggere il 2011 dal punto di vista storico e politico: «Il centrodestra non si era diviso per questa vicenda giudiziaria e non si ricompatta per questa». Un giudizio «assolutamente positivo» dal punto di vista umano arriva anche da Raffele Fitto, che esprime «felicità» perché d’ora in avanti dentro Forza Italia si potrà ragionare di politica «senza la spada di Damocle della vicenda giudiziaria di Berlusconi». Molto critico invece il quotidiano cattolico Avvenire nell’editoriale del direttore. Marco Tarquinio cita Bagnasco e ricorda il dovere di chi ci governa di adempiere con «disciplina e onore» alle proprie funzioni pubbliche: «Nessuno osi dire che nulla era successo... Qualcosa di istituzionalmente, politicamente e moralmente rilevante è invece accaduto, eccome».




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