martedì 8 luglio 2014

Un masochismo di ritorno


Riccardo Imberti
 
La vita politica di questi giorni ci riserva sorprese, alcune buone altre molto meno, riproponendoci ciò che spesso accade nelle nostre quotidianità.
La settimana scorsa si è aperta la legislatura europea e insieme il semestre europeo a guida italiana. Matteo Renzi, nell'occasione, ha dato buona prova delle sue capacità, sul piano politico ma anche di leadership nel panorama europeo. Sul piano politico perché anziché presentare l'ennesima lista delle cose da fare, tradizionalmente utilizzata dai presidenti di turno, ha cercato di delineare un orizzonte di principi per far ripartire il vecchio continente. Richiamando con forza i valori fondanti dei padri costituenti, ha sottolineato la necessità di rimettere al centro del progetto europeo i cittadini, che da troppo tempo soffrono pesantemente delle conseguenze di questa spaventosa crisi economica. Sul piano della leadership, il Presidente del Consiglio italiano ha saputo rispondere a muso duro alle rigidità del capogruppo del Ppe e del Primo ministro olandese.

L'autorevolezza europea di Renzi è la diretta conseguenza del risultato elettorale conseguito dal Partito Democratico. Mai un leader italiano si era espresso prima con toni tanto chiari e decisi.

Il medesimo risultato elettorale sembra non consentire tuttavia a questo Paese di risolvere i propri problemi interni: le riforme annunciate vengono continuamente messe in discussione, il lavoro e l'occupazione tardano a dare segnali positivi e l’Italia fatica a ripartire.

I conservatorismi sembrano davvero duri a morire e rappresentano un ostacolo elevato allo sforzo di rinnovamento che i cittadini hanno chiesto nel mandato conferito a Matteo Renzi.

Quello che risulta incomprensibile è constatare che le fatiche più grandi si presentano all'interno del PD.  Dentro questo partito, il mio partito, permane un atteggiamento di fastidio al processo di riforme annunciate e programmate da Matteo Renzi.

Sicuramente la proposta renziana è perfettibile, ma nonostante ciò certe contrarietà fatico a comprenderle, certe rigidità mi paiono davvero inaccettabili, certe argomentazioni poco credibili e strumentali, alcune, come quelle del senatore bresciano Corsini, volgari, una rincorsa, che rasenta il masochismo, per  opporsi a un processo ineludibile se vogliamo essere credibili in Europa

Continuo a credere che questa sia una stagione straordinaria per il PD - e per il centrosinistra - purché, dopo il consenso elettorale ricevuto, sappia dimostrare di essere credibile e capace di riformare questo Paese soprattutto per superare le numerosissime difficoltà in cui si trova. 

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