Napolitano non poteva fare altrimenti che intervenire su Grasso per
salvare i senatori da se stessi. L'ostruzionismo sta demolendo la
residua fiducia nelle istituzioni, la cosa tocca il capo dello stato
perfino più che Renzi.
Tra l’opinione pubblica più partecipe e politicizzata ci saranno
sicuramente quelli contenti di come stanno andando le cose a palazzo
Madama. Legittimamente, dal loro punto di vista, se sono convinti che la
riforma del bicameralismo sia davvero un attentato alla democrazia
oppure (caso più probabile) se hanno sulle scatole Matteo Renzi e
vorrebbero vederlo inciampare su una importante promessa fatta al paese.
Il punto che la politica di palazzo tende a sottovalutare è che fuori
da questa cerchia tutto sommato ristretta di osservatori attenti e
militanti c’è la platea più vasta dei cittadini italiani. Che sono già
profondamente distanti e diffidenti nei confronti del parlamento, dei
partiti (tutti), delle istituzioni in generale, comprese le più alte
cariche dello Stato.
Giorgio Napolitano lo sa.
Giorgio Napolitano non ha solo una forte determinazione politica,
quella di veder realizzato entro il suo secondo mandato l’obiettivo
storico enunciato decine di volte della modernizzazione delle
istituzioni. Giorgio Napolitano ha soprattutto il polso preciso
dell’umore del paese fuori dalla platea partigiana. E sa che scene come
quelle viste ieri a palazzo Madama possono solo dare il colpo di grazia
alla poca fiducia rimasta nelle capacità della politica e dei partiti di
cambiare le cose e se stessi.
È la stessa netta percezione che rafforza Renzi nell’impegno a «non
mollare». Con una differenza importante, tra i due: che Renzi, per
quanto ampio sia il suo consenso, rimane comunque uomo di parte, e può
trarre perfino dalla «paralisi decisionale» del parlamento uno strumento
di lotta politica, ottime ragioni da usare contro i suoi avversari;
mentre il capo dello stato non ha avversari da sconfiggere, ha il
compito (più difficile) di garantire nel rispetto di tutti il percorso
di riforme maturate nella coscienza popolare, nel dibattito scientifico,
nel confronto politico e ormai perfino nelle aspettative
internazionali.
Questa responsabilità ha spinto Napolitano al gesto che farà clamore e
lo esporrà a reiterati attacchi: il richiamo a Pietro Grasso affinché
il senato non si autodistrugga consegnandosi in ostaggio
all’ostruzionismo di chi non vuole le riforme. Già. Per quanto possa
suonare incredibile alle orecchie di qualcuno, il rispetto delle regole
della democrazia contempla anche il diritto della maggioranza ad
approvare leggi delle quali risponderà agli elettori.
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