Corriere della Sera 19/07/14
Monica Guerzoni
Si aspettava l’assoluzione,
presidente Matteo Orfini?
«Il Pd non si aspettava niente. Le
sentenze non si commentano, si prende atto. Ancora una volta, si
dimostra che i magistrati agiscono in piena autonomia. E che invece
di difendersi dai processi bisognerebbe avere fiducia nella
magistratura, senza aggredirla o strumentalizzarla».
Voi non
avete mai strumentalizzato la magistratura contro Berlusconi?
«Nei
vent’anni alle spalle qualche eccesso di giustizialismo c’è
stato, sì. In alcune parti della sinistra si è perso il senso della
cultura delle garanzie e abbiamo visto una deriva giustizialista,
anche perché dall’altra parte c’era chi aggrediva la
magistratura. Dovendola noi difendere, in alcuni casi si è andati
oltre nel senso opposto. Se oggi riusciamo a recuperare il rapporto
con il garantismo, che una volta era un valore di sinistra, è un
fatto di maturità della nostra cultura politica».
Lei ha
cominciato tra i primi, non gridando alla profanazione del tempio
quando Berlusconi entrò al Nazareno.
«Venne per discutere di
legge elettorale e io dissi che era un fatto positivo. È stato un
segno di forza farlo nella sede del partito e quell’incontro ha
prodotto il processo di riforma della legge elettorale e della
Costituzione, che sta andando avanti».
In quei giorni la sua
voce era fuori dal coro rispetto ai giustizialisti del Pd, rimasti
spiazzati dalla sentenza.
«Molti di noi hanno mantenuto un
atteggiamento garantista, il che non significa essere
accondiscendenti. Di fronte a comportamenti discutibili di alcuni di
noi abbiamo chiesto dei passi indietro e in altri casi no. È giusto
che un avviso di garanzia non sia considerato una condanna
definitiva, perché non lo è».
Ha sbagliato il centrodestra a
denunciare per anni la presunta «persecuzione» di
Berlusconi?
«Nessuna persecuzione. Berlusconi è stato indagato e
in un caso condannato definitivamente perché aveva commesso dei
reati».
Le «toghe rosse» sono mai esistite?
«Non esiste
una magistratura che perseguita per ragioni politiche, c’è una
magistratura che indaga su ipotesi di reato, fa processi e valuta in
piena autonomia. In questo caso i giudici hanno valutato di assolvere
Berlusconi, in altri lo hanno condannato».
La grande
accusatrice Ilda Boccassini è la grande sconfitta?
«Boccassini ha
fatto il suo mestiere e magistrati giudicanti hanno fatto il loro. Se
invece di aggredire per mesi la magistratura si fosse aspettato il
processo, si sarebbero risparmiate tante polemiche».
Dopo
vent’anni di guerra tra garantisti e giustizialisti siamo alla
pacificazione?
«Non ho mai creduto alla tesi della guerra civile e
non credo ci debba essere una pacificazione. C’è un dialogo,
perché le regole del gioco è giusto farle insieme a tutte le forze
politiche».
Il M5S ha reagito male alla sentenza... Legge
elettorale a rischio?
«Nella riunione in streaming ci sembrava di
aver fatto passi avanti notevoli, poi arriva quel comunicato
incomprensibile. Spero non voglia dire che il tentativo di sedersi al
tavolo fosse strumentale, dato che appena quel tavolo cominciava a
produrre risultati utili al Paese si è deciso di ribaltarlo
unilateralmente».
A destra c’è chi invoca la grazia. Lei
come la pensa?
«È una prerogativa del capo dello Stato, che in
passato è stato abbastanza chiaro sul tema. Io riterrei discutibile
un provvedimento di grazia. Berlusconi è un leader politico
importante che è stato condannato per reati molto gravi, credo che
la grazia apparirebbe incomprensibile all’opinione pubblica e
infatti non risulta agli atti che lui l’abbia mai richiesta».
La
riformerete mai, la giustizia?
«Sì, una riforma equilibrata che
affronti le lentezze drammatiche della giustizia civile. Cercheremo
anche di modernizzare il sistema, affrontando alcuni nodi discussi
come la responsabilità civile e il Csm. Ci confronteremo con tutte
le parti senza alcun intento punitivo, per rendere la giustizia più
efficiente senza limitarne l’autonomia».
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