Corriere della Sera 11/07/14
Alessandra Arachi
Per adesso è una legge
delega: sette articoli per ridisegnare il terzo settore in Italia. Ma
entro sei mesi dovranno essere varati i decreti delegati e la
riforma, approvata ieri dal Consiglio dei ministri, diventerà
operativa nel 2015. Dai bond solidarietà, alle imprese sociali, alla
riforma del meccanismo del 5 per mille, e a quella del servizio
civile: «Questa riforma è un grande momento di svolta», ha voluto
sottolineare in conferenza stampa il premier Matteo
Renzi.
Sicuramente un grande cambio è quello del servizio
civile: l’obiettivo di questa riforma è poter arruolare centomila
ragazzi l’anno, contro i 15 mila attuali, anche i ragazzi
stranieri. Ma con quali soldi? A fare i conti ci ha aiutato Luigi
Bobba, sottosegretario al Lavoro con delega al Servizio
Civile.
Spiega, Bobba: «Per quest’anno siamo riusciti a
trovare 145 milioni nel Fondo nazionale e altri 55 dalla quota
regionale di garanzia. Questo ci permetterà di far partire 40 mila
ragazzi entro i primi mesi del 2015». Per raggiungere la quota di
100 mila voluta e annunciata dal presidente del consiglio mancano
all’appello circa 250 milioni.
Dice ancora Bobba: «Ci
metteremo al lavoro per trovare le adeguate copertura. Qualcosa
dovrebbe arrivare dai fondi di Expo e anche della Cariplo. Ma poi
bisogna anche tenere conto che con la nuova legge di riforma la
durata del servizio civile non sarà più rigidamente di un anno, ma
varierà a seconda dei progetti: dai 6-8 mesi, ai 10-12 mesi. Il che
vuole dire che se oggi ogni ragazzo che parte per il servizio civile
ci costa circa 6 mila euro, accorciando la durata ce ne costerà
meno».
Altro punto forte della riforma del terzo settore
riguarda la donazione del 5 per mille, quella che si fa al momento
della dichiarazione dei redditi. E se da un lato con questa delega ne
viene decretata la stabilità, dall’altra si impone un a
riorganizzazione sostanziale.
È ancora il sottosegretario Bobba
che spiega: «Intanto è previsto che gli enti beneficiari di questo
contributo debbano rendere trasparente l’uso dei soldi, attraverso
internet o attraverso altro tipo di documentazione. Poi si è pensato
un modo per rivedere l’accreditamento degli enti beneficiari. Per
capirci: attualmente ci sono settantacinque circoli del golf. Ha un
senso? Per non parlare di quegli enti che non ricevono nemmeno un
centesimo: sono duemila. E altri tremila sono quelli che ricevano
meno di 100 euro. Insomma c’è da fare un bel po’ di ordine e di
pulizia».
Sono stati fissati tre criteri per rivedere il
sistema di accreditamento degli enti beneficiari: il non fine di
lucro; il perseguimento di interessi generali; la generazione di
opere e di attività sociali.
Nel testo delega c’è anche un
articolo specifico che riguarda le imprese sociali per permetterne
uno sviluppo forte. Per farlo viene prevista la possibilità di
consentire una forma di remunerazione del capitale attraverso una
limitata redistribuzione degli utili. Ci saranno anche delle forme di
finanza sociale, come i cosidetti social bond, ovvero la possibilità
per le banche di emettere obbligazioni a rendimento garantito con una
quota (circa l’1%) destinata ad un soggetto del terzo settore.
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