martedì 8 luglio 2014

Raid di Israele a Gaza, almeno 14 morti Intercettato un razzo diretto a Tel Aviv

La Stampa 7 Luglio 2014
 
Netanyahu minaccia Hamas: «Contro di loro bisogna togliersi i guanti».
Richiamati 40mila riservisti. Possibile anche un attacco alla Striscia da terra

Benjamin Netanyahu ha chiesto all’esercito di «togliersi i guanti»: «Hamas ha scelto l’escalation e pagherà un prezzo altissimo», ha dichiarato il premier israeliano preannunciando l’imminente lancio di una nuova offensiva di terra sulla Striscia a Gaza, la prima dal 2012. 

L’aeronautica israeliana ha moltiplicato i raid aerei, almeno 90, sull’enclave costiera (da cui nelle ultime 24 ore sono stati lanciati oltre 100 razzi senza causare vittime). La conta provvisoria dei morti, secondo fonti palestinesi, è di almeno 14 morti, tra cui bambini, e quasi cento feriti. Hamas ha fatto sapere che ora «tutti gli israeliani sono legittimi obiettivi» delle centinaia di razzi lanciati dal nord della Striscia. Uno di questi è stato intercettato dall’Iron Dome, il sistema antimissili, ed era diretto verso Tel Aviv dove hanno ricominciato a risuonare le sirene. Per ora ci sono stati solo raid aerei ma il premier israeliano ha chiesto alle forze armate di prepararsi per una possibile offensiva di terra e ha ordinato il richiamo di 40.000 riservisti oltre ai 1.500 già rientrati in servizio. 

L’ordine di Netnyahu è arrivato in un incontro al ministero della difesa con l’establishment militare (presenti gli altri, il ministro della Difesa, Moshe Ya’alon, il capo di Stato maggiore, Benny Gantz, il direttore dello Shin Bet, l’agenzia d’intelligence interna, Yoram Cohen. «L’ordine del premier alla fine è stato quello di prepararsi a una scrupolosa, lunga e duratura campagna a Gaza», ha spiegato una fonte. Ancora non c’e nulla di certo, ma l’obiettivo è scoraggiare in tutti i modi il movimento islamico. «Siamo pronti a un’offensiva contro Hamas, che non terminerà in un paio di giorni», ha rincarato la dose il titolare della Difesa. Netanyahu ha già cominciato un giro di telefonate che durerà tutta la giornata con i leader stranieri per conquistare il loro sostegno all’operazione battezzata “Confine protettivo” e cominciata nella notte: vuole spiegar loro che la causa è Hamas, che non ha cessato di lanciare razzi, che Israele ha cercato di allentare la tensione ma che gli islamisti hanno invece aumentato il lancio dei razzi. 

In questo clima, il presidente palestinese, Abu Mazen, ha chiesto a Israele di fermare «immediatamente» l’escalation dell’offensiva; e ha anche sollecitato la comunità internazionale a intervenire «immediatamente» per evitare che la regione piombi in una situazione di ulteriore «distruzione e instabilità». Intanto Israele si prepara alle sicure rappresaglie in vista della nuova offensiva. Le autorità di Tel Aviv (a poco più di 60 km dal nord della Striscia), su istruzione dell’esercito, hanno cominciato ad aprire i rifugi antibomba in preparazione di possibili lanci di razzi dall’enclave palestinese. Intanto, i voli in arrivo e in partenza dall’aeroporto internazionale Ben Gurion della capitale sono stati deviati su una rotta più a nord nel timore di missili lanciati da Gaza.

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