Vorrebbero che mollasse Farage per mettersi a trattare con i Verdi.
Ma da Giannulli a Travaglio, da Fo a Imposimato, dopo Rodotà e Civati,
eccone altri che non hanno capito che cos'è davvero il M5S.
Beppe Grillo ha tutte le ragioni per essere nervoso e per maltrattare chi intorno a lui continua a equivocare sulla natura del Movimento Cinquestelle.
Alla già numerosa lista di confusionari si sono aggiunti ieri pezzi
da novanta dell’intellettualità para-grillina: il principe dei
complottisti Aldo Giannulli, Ferdinando Imposimato (l’ex senatore
comunista eroe della serata di San Giovanni)
e perfino il nonno del movimento, Dario Fo. Poco prima era toccato a un
altro idolo delle folle, Marco Travaglio, con tutto il seguito del Fatto quotidiano.
Tutti disorientati dai contatti di Grillo e Casaleggio con Nigel Farage,
sconcertati dalla prospettiva di un’alleanza con la destra
anti-immigrati di Ukip, ansiosi di vedere il M5S impelagato in
trattative coi più normali e digeribili Verdi.
Detto senza ironia, anzi con grande serietà: in questa vicenda Grillo
e Casaleggio si comportano da leader coerenti. Gli altri dimostrano –
ed è sorprendente, ormai a due anni dai primi successi elettorali – di
aver totalmente frainteso. Proprio come capitò a Stefano Rodotà; a
Civati e Puppato (sviando anche Bersani); a Vendola per un breve
periodo; alla Spinelli; a molti commentatori e, nel febbraio 2013, a
tanti elettori: tutti convinti di aver a che fare con un movimento
radicale, certo eterodosso e guidato da un personaggio estremo, ma
infine riconducibile alle categorie di una sinistra ambientalista,
antimilitarista, antiliberista.
Grillo e Casaleggio ci hanno messo del loro, alimentando l’equivoco
per calcolo elettorale fino al culmine parossistico e paradossale
dell’invocazione di Berlinguer nella piazza dei suoi funerali.
La sostanza è tutt’altra. Riemerge implacabile nei passaggi topici.
Obbliga Grillo a scomuniche feroci (toccate a tutte le persone prima
citate) e ad aspri richiami alla realtà («non siamo Dp»). Perché M5S
svolge in Italia una funzione assolutamente analoga a quella di Ukip e
anche del Front National francese. In termini elettorali taglia
trasversalmente le gambe alla sinistra e alla destra. E casomai alla
seconda più che alla prima, particolarità che Grillo e Casaleggio sanno
di dover tutelare rigettando ogni ipotesi di coalizioni o alleanze,
soprattutto con formazioni in odore di sinistra.
Se ciò procura sofferenza tra gli intellò compagni di strada,
peggio per loro. Ma che poi costoro accusino Grillo di incorenza solo
perché lui non asseconda le loro illusioni, questa è tutta da ridere.
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