Corriere della Sera 07/06/14
Monica Guerzoni
ROMA — «Posso fare una
premessa?».
Prego.
«Non intendo dividerci tra noi e loro. Ma
è chiaro che, sulla legalità, il nostro nuovo Pd non fa sconti a
nessuno».
Cosa vuole dire, Debora Serracchiani? Che il Pd della
«ditta» era troppo tenero con i corrotti?
«Voglio dire che in
politica il ricambio generazionale è fattore di cambiamento. Noi
dobbiamo ancora essere messi alla prova, ma facciamo politica in modo
diverso. Abbiamo immediatamente preso posizioni chiare, come si è
visto sul caso di Francantonio Genovese».
Il Pd ha votato per
l’arresto.
«In passato forse non siamo stati abbastanza
chiari, ma adesso non si può dubitare della chiarezza di intenti del
Pd».
Quale Pd, quello che incontrava in Senato Primo Greganti,
arrestato nell’ambito dell’inchiesta su Expo?
«Lorenzo
Guerini e io, che siamo i vicesegretari nazionali, non sappiamo
nemmeno che faccia abbia, Greganti. Lo abbiamo visto solo in
fotografia».
Problemi della vecchia guardia ex ds?
«Non
entro in questa polemica. Se frequentazioni ci sono state, il Pd le
ha da tempo interrotte. Il partito nuovo non può e non vuole
lasciare adito ad alcun sospetto o ambiguità. Dopo i fatti dell’Expo
e adesso, con la vicenda Mose, abbiamo preso immediatamente una linea
molto chiara. Siamo chiamati a difendere la cosa pubblica e non gli
interessi privati. Chi pensa il contrario non può far parte di
questo Pd».
È sicura di non voler fare una divisione tra «voi»
renziani e «loro»?
«Finalmente gli italiani pretendono il
cambiamento e adesso c’è una classe politica che se lo vuole
intestare, questa è la novità. È una sfida culturale, etica e
morale che deve riguardare tutti. Non è più giustificabile che
queste cose accadano e noi segneremo la differenza».
Rosy Bindi
ritiene «fuorviante» far entrare la corruzione nella distinzione
tra vecchia e nuova guardia.
«È una distinzione che non mi
piace, ma c’è un corso nuovo che non fa sconti a nessuno. Quando
c’è da prendere decisioni su persone oggetto di questioni
giudiziarie, noi siamo chiari e netti. Se poi verrà provato che sono
puliti, potranno riprendere a fare politica nel Pd».
Il Pd di
prima ha fatto sconti a qualcuno?
«Semplicemente, questo Pd non
li fa quando si tratta di legalità, moralità ed etica pubblica. E
ripeto, io non ci tengo a fare distinzioni rispetto all’altra
dirigenza».
Cosa intende quando dice niente sconti? Daspo per i
politici?
«Chiamiamolo Daspo o interdizione perpetua, ma per
alcuni reati dovrebbe essere la norma. Un condannato in via
definitiva per peculato, corruzione, o appropriazione indebita non
deve tornare alla vita pubblica».
Non vi imbarazzano le accuse
a Orsoni?
«Sono rimasta sconcertata. Ma come ha chiarito Luca
Lotti, Orsoni non è iscritto al Pd e la responsabilità penale è
personale. Umanamente mi auguro che riesca a dimostrare la sua
estraneità, però è chiaro che su fatti del genere noi prendiamo le
distanze. Il giudizio non spetta a noi, a noi tocca determinare la
responsabilità politica».
Ieri il Consiglio dei ministri ha
rinviato la decisione sui poteri a Cantone, Maroni dice che Renzi si
è addormentato...
«Non mi risulta nessun rinvio, la prossima
settimana gli verranno dati i poteri operativi che ha
chiesto».
Problemi tra Renzi e Cantone? Il senatore Mucchetti
si è chiesto se vadano d’accordo.
«Nessun problema, anzi.
C’è condivisione sui principi e sull’esigenza di agire
immediatamente e con poteri forti».
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