L'hanno scritto grande nel fondale dell'assemblea Pd perché quel
risultato va rispettato e compreso. Ma Renzi ora ha bisogno di un
partito convinto nell'appoggio a riforme difficili
Del fondale scelto per l’assemblea nazionale del Pd bisogna fare un uso accorto. Già: la grande scritta 40,8 per cento
evoca un risultato politico troppo importante, fragile e impegnativo
perché lo si possa ignorare, ma anche perché lo si possa cavalcare con
leggerezza.
È un bene prezioso: è la cifra della fiducia che gli italiani
accordano a un partito di sinistra (e al suo leader, non facciamo finta
di niente) per la prima volta in queste dimensioni. La comunità del Pd,
ogni singolo dirigente e militante, deve sentire il dovere di non
tradire questa fiducia. Il che può accadere in molti modi, anche senza
arrivare all’estremo di Venezia, caso affrontato con efficace
determinazione.
Per esempio tornando alle manovre politiche bizantine,
opportunistiche, incomprensibili ai più. Oppure facendo prevalere le
rendite di posizione sul coraggio del rischio personale. Infine, facendo
finta che quel 40,8 possa essere messo tra parentesi, come fosse solo
un incidente fortunato, senza prendere atto del mandato che il voto
consegna a Renzi per completare il progetto che ha presentato al paese, o
almeno provarci.
Questa presa d’atto ha delle conseguenze. Certo non l’obbligo
dell’allineamento, bensì il rispetto del principio democratico (e anche
un po’ morale) per il quale non si fa ostruzionismo verso le chances
del proprio partito e verso le attese degli elettori. L’obiezione che
dalle europee non discende un mandato sulle politiche nazionali è
appunto un bizantinismo incomprensibile alle persone normali.
Chiaro però che il fondale dell’assemblea non può avere una funzione
intimidatrice. Su quel risultato a Renzi serve una discussione. Perché
dal suo partito gli serve un sostegno convinto. L’agenda di riforme del
governo è letteralmente satura. Pensare di smaltirla a botte di carisma
personale sarebbe velleitario, tanto più coi rapporti di forza
parlamentari.
Solo per citarne due, e lasciando perdere un momento il
bicameralismo, riforma della pubblica amministrazione e della giustizia
sono imprese titaniche al servizio delle quali deve mettersi tutto il
Pd, in ogni angolo d’Italia, determinato a scardinare conservatorismi e
interessi di cui esso stesso è stato per anni il guardiano.
Hanno fatto bene a scrivere bello grande 40,8 per cento, che
sia da stimolo e gratificazione. Ma neanche se lo scrivessero grande il
doppio basterebbe, da solo, a superare la montagna che il Pd di Renzi ha
davanti a sé.
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