Riccardo Imberti
Dopo l’eclatante e meritato risultato delle elezioni europee sono dovuto partire per la Terra Santa e durante il tragitto ho avuto modo di sentire un amico del partito democratico, il mio partito.
Dopo l’eclatante e meritato risultato delle elezioni europee sono dovuto partire per la Terra Santa e durante il tragitto ho avuto modo di sentire un amico del partito democratico, il mio partito.
Raccontandogli
del mio viaggio mi raccomandava di pregare per loro. Al momento mi
sono stupito, poi credo di aver compreso. In particolare, sentendo
nell’intervento del Presidente Renzi al Festival dell'economia di
Trento elencare le numerosissime scelte che l’Esecutivo da lui
presieduto dovrà compiere ho realizzato che certamente ci vuole
qualcosa di più dello sforzo personale del leader del centrosinistra
e della sua squadra di governo.
Misure
choc per un Paese sotto choc è la parola d’ordine.
E
via con uno scadenziario che fa tremare le vene ai polsi. Sul fronte
delle riforme istituzionali il percorso è noto: superamento del
bicameralismo parietario, con la previsione di una sola Camera
politica che vota la fiducia al governo (quella dei Deputati) e un
Senato espressione diretta delle Autonomie territoriali;
rimodulazione del Titolo V con trasferimento di alcune materie di
legislazione concorrente alla sola competenza esclusiva dello Stato
(in settori quali energia, infrastrutture). Così come certa è la
predisposizione di una nuova legge elettorale.
Per
l’emergenza lavoro, molto è già confluito nel Jobs Act, le misure
più rilevanti sono la riduzione dell’Irpef - per i redditi più
bassi - e il taglio dell’Irap, per favorire imprese e nuovi posti
di lavoro.
In
cantiere la riforma della Pubblica Amministrazione per lo snellimento
delle procedure, la digitalizzazione, la trasparenza nelle scelte di
ridurre alcuni settori, l’incarico a termine per i dirigenti e la
previsione di un bonus legato alla valutazione dei risultati ottenuti
da un organismo imparziale, nonché il taglio ai doppi incarichi e
alle doppie retribuzioni.
Conoscendo
le incrostazioni del nostro Paese, le resistenze delle corporazioni,
l'indisponibilità a rinunciare ai privilegi di tante categorie mi
interrogo seriamente sulle possibilità che Matteo possa raggiungere
gli ambiziosi traguardi che si è imposto.
Dopo
le elezioni europee, il consenso che il Pd si è costruito è, a
detta di tutti, enorme. Questi numeri dicono
inequivocabilmente che gran parte degli italiani sono convinti di potercela fare, affidando all’attuale Presidente del Consiglio il comando delle operazioni.
Ho pregato perchè l'Italia ce la possa fare, per i giovani affinchè trovino lavoro, ma ho pregato anche perchè, taluni dirigenti del mio partito - e non mi riferisco a Scalfari e
dell’idea bizzarra di affidare il Pd a Barca - smettano di
esprimere giudizi acidi e a dir poco ingenerosi nei confronti di Matteo Renzi e comprendano che è giunto il tempo di camminare guardando al futuro
perché è lì che risiede la possibilità di un riscatto.
Lo
facciano per il bene del nostro Paese.
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