La Stampa 07/06/2014
“Fuori dalla storia negare responsabilità politiche, anche della mia parte”.
Il premier critica l’atteggiamento della autorità preposte ai controlli
«Nella vicenda del Mose di Venezia sono coinvolti i ladri, ma anche
le guardie». Così il premier Matteo Renzi, al Teatro San Carlo di
Napoli per “La Repubblica delle idee”, a colloquio con il direttore
Ezio Mauro. «Sono rimasto molto colpito dalla vicenda veneziana - ha
detto il presidente del consiglio-. Chi volesse negare la responsabilità
della politica sarebbe fuori dalla storia. E anche per la mia parte
politica. Se nel Pd c’e’ gente che ruba deve andare a casa a calci nel
sedere. Il Pd ha senz’altro al suo interno persone che commettono reati,
ma abbiamo il coraggio di votare a favore degli arresti, perchè le
regole sono uguali per tutti» ha aggiunto Renzi, sottolineando che il
suo partito rimane comunque profondamente garantista. Ha criticato poi
l’atteggiamento delle autorità preposte ai controlli: «Dobbiamo porci il
problema di come tagliare le autorità che non hanno funzionato perché
non hanno più’ senso che esistano».
Contro la corruzione occorre «dare risposte strutturali» che possono richiedere anche una settimana o due settimane in più e serve soprattutto «una risposta culturale. Bene i provvedimenti spot per affermare che «la legalità non è un optional, ma non bastano, ha osservato il premier, c’è «una emergenza educativa in Italia che riguarda la scuola, la Rai ed altro. L’Italia perbene è pronta a dire basta, ma l’indignazione non basta». Venerdì prossimo ci sarà un provvedimento ad hoc sulla corruzione che prevede «poteri precisi» all’autorità di Cantone, togliendoli alle istituzioni che non hanno funzionato, per incidere sulla vigilanza e sulle procedure: ««Il pacchetto Giustizia che sarà approvato dal governo entro giugno conterrà anche norme in materia di lotta alla corruzione, avremo anche tempi certi nei processi. Deve essere chiaro che i condannati non possono mettere più piede in un ufficio pubblico, se non per chiedere un documento». Sarà un pacchetto, ha spiegato Renzi, «che recupera le indicazioni della commissione Ue».
Parlando del Pd e delle ultime elezioni Europee, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che si aspettava un risultato intorno al 35%. Il 40,8% ottenuto «non è un risultato da mettere in frigo, ma da spendere. Preferisco rischiare di perderlo per investire sull’Italia: impone al partito di essere il partito della Nazione». A una domanda sulla presenza di Greganti nel partito, ha risposto: «Il giochino “noi e loro” non può funzionare, soprattutto quando sei maggioranza nel Paese». Greganti «è stato un errore - ha aggiunto - ma il Pd è quel partito che vota a favore dell’arresto di un proprio deputato nonostante una calendarizzazione strumentale».
Contro la corruzione occorre «dare risposte strutturali» che possono richiedere anche una settimana o due settimane in più e serve soprattutto «una risposta culturale. Bene i provvedimenti spot per affermare che «la legalità non è un optional, ma non bastano, ha osservato il premier, c’è «una emergenza educativa in Italia che riguarda la scuola, la Rai ed altro. L’Italia perbene è pronta a dire basta, ma l’indignazione non basta». Venerdì prossimo ci sarà un provvedimento ad hoc sulla corruzione che prevede «poteri precisi» all’autorità di Cantone, togliendoli alle istituzioni che non hanno funzionato, per incidere sulla vigilanza e sulle procedure: ««Il pacchetto Giustizia che sarà approvato dal governo entro giugno conterrà anche norme in materia di lotta alla corruzione, avremo anche tempi certi nei processi. Deve essere chiaro che i condannati non possono mettere più piede in un ufficio pubblico, se non per chiedere un documento». Sarà un pacchetto, ha spiegato Renzi, «che recupera le indicazioni della commissione Ue».
Parlando del Pd e delle ultime elezioni Europee, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha detto che si aspettava un risultato intorno al 35%. Il 40,8% ottenuto «non è un risultato da mettere in frigo, ma da spendere. Preferisco rischiare di perderlo per investire sull’Italia: impone al partito di essere il partito della Nazione». A una domanda sulla presenza di Greganti nel partito, ha risposto: «Il giochino “noi e loro” non può funzionare, soprattutto quando sei maggioranza nel Paese». Greganti «è stato un errore - ha aggiunto - ma il Pd è quel partito che vota a favore dell’arresto di un proprio deputato nonostante una calendarizzazione strumentale».
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