MICHELE SERRA
La Repubblica - 22/614
Si pensava che, se Lista Tsipras
avesse ottenuto il quorum, la sinistra radicale avrebbe brindato allo
scampato pericolo e si sarebbe compattata nella sua nuova formula; e
che solo in caso di mancato quorum si sarebbe ancora una volta
disfatta. Ma questa si chiama sottovalutazione: la sinistra radicale
non obbedisce a regole così banali. A sfasciarsi dopo una sconfitta
sono capaci tutti: il difficile è sfasciarsi dopo una vittoria, e
“la difficoltà della sfida”, come sa chiunque abbia
dimestichezza con quelle assemblee, quelle riunioni, quelle care e
complicate persone, è uno dei cliché più amati dalla sinistra in
genere e dalla sinistra radicale in special modo. È curioso dover
constatare che la sinistra, che per statuto dovrebbe avere spirito
collettivo, è invece collezionista inimitabile di scissioni, liti,
fuoruscite, anatemi reciproci, e lo è con una pervicacia che non
conosce stanchezza. Lo è anche — questo va detto — con evidente
disinteresse: nel senso che non ne trae mai vantaggio o lucro, solo
danni irreparabili. Ora si attende di sapere quali nuove aggregazioni
siano in vista, in modo da poter prevedere per tempo le nuove
scissioni.
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