L'Huffington Post
22/06/2014
Da troppo tempo il signor Della Valle
si esibisce con dichiarazioni nei miei confronti che sono ingiuriose
e inaccettabili: quindi ne dovrà rispondere nelle opportune sedi
giudiziarie nei tempi e nei modi che mi riservo di valutare. Quanto
alle indagini della Procura di Bergamo relativamente alla governance
di UBI Banca, tengo a ribadire la mia serenità di aver agito nel più
totale rispetto delle leggi, come del resto è stato nel corso di
tutta la mia vita professionale”. E’ quanto dichiaraGiovanni
Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo.
Diego Della Valle aveva affermato che
"se Giovanni Bazoli avesse un briciolo di dignità, dovrebbe
chiedere scusa agli italiani e dimettersi immediatamente da ogni
incarico pubblico". Il riferimento dell'imprenditore marchigiano
è alle vicende giudiziarie legate ad Ubi Banca. Bazoli è
consigliere e componente del Comitato esecutivo dell’Abi ed è
stato dal 2008 al 2012 nel Cda di Ubi Banca. È indagato dalla
Procura di Bergamo per ostacolo alle funzioni di vigilanza, al pari
del presidente del Consiglio di Gestione di Ubi Banca, Franco
Polotti, del presidente del Consiglio di Sorveglianza Andrea
Moltrasio e al vice presidente Mario Cera, oltre che ai consiglieri
di Ubi Victor Messiah e Italo Lucchini. Secondo gli inquirenti,
Bazoli pilotava le nomine dei vertici del gruppo bancario, nel quale
la figlia Francesca e il genero Gregorio Gitti – avvocato ma anche
deputato di Scelta Civica – occupano posizioni di rilievo.
“Vedere come ha utilizzato il suo
potere ed il suo mondo di relazioni trasversali per fare i suoi
interessi e per agevolare e favorire figli e parenti è scandaloso”
aveva affermato Della Valle, da sempre avversario di Bazoli su molti
fronti, ma soprattutto per il caso Rcs. “Se dobbiamo credere ad un
nuovo corso politico, dove tutti i cittadini siano considerati
giustamente uguali, il caso Bazoli sarà il vero esempio da usare per
capire se veramente si vuol cambiare, allontanando un certo mondo che
ha fatto enormi danni al Paese. Se questo signore ed i suoi sodali
rimarranno al loro posto vorrà dire che nulla cambia veramente e che
la questione morale, ancora prima di quella giudiziaria, viene
valutata con pesi e misure diversi. Sarebbe una vera vergogna”.
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