lunedì 27 aprile 2015

Tocca all’Italicum.
Renzi:noi non ci fermiamo.


Corriere della Sera 27/04/15
Al. T.
Sembra sfumare l’ipotesi di un rinvio del voto sull’Italicum, che arriva oggi nell’aula della Camera. La scelta se porre la fiducia potrebbe non riguardare le pregiudiziali di costituzionalità, ma i soli articoli del provvedimento. E contro l’ipotesi della fiducia si scaglia il leader di Area riformista Roberto Speranza, che la definisce «un errore madornale». Renzi però politicamente ha di fatto già posto la fiducia quando, alla Gruber, ha spiegato che se «l’Italicum non passa si va a casa». Insomma, il clima è incandescente, tant’è che c’è chi come Arturo Scotto, di Sel, denuncia «telefonate e pressioni indebite da ambienti governativi su singoli esponenti dei gruppi parlamentari sul voto di martedì».

 Ma il premier va avanti e parlando ai suoi dice che se l’Italicum fosse bocciato non sarebbe smentito solo lui, «ma l’intero Pd»: «Questa legge l’abbiamo cambiata tre volte per venire incontro alla minoranza. Ora vogliono cambiarla di nuovo. In realtà è che pensano di tornare da capo come sempre. Ma non glielo consentiremo». E ancora:
 «Si sono già dimenticati che li abbiamo portati al 41%. E che abbiamo vinto in 4 Regioni dove si era perso». In questa legislatura, prosegue Renzi, «un governo Brunetta-D’Attorre-Salvini non mi pare lo scenario più plausibile, ma sarebbe il Pd a quel punto a chiedere elezioni».

 E se il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta riassume i suoi desiderata («Avanti fino al 2018 con la legislatura, no alle elezioni anticipate, no all’Italicum, via Renzi»), il premier non ha intenzione di desistere, perché «i nostalgici dell’inciucio, sia dentro il Pd che fuori, come Brunetta, si mettano l’anima in pace: il governo sarà di legislatura, fino al 2018». E per ulteriore conferma, racconta un episodio: «Mi ha molto colpito, a Marzabotto, il partigiano che mi ha detto: Matteo, noi di sinistra siamo così, litighiamo e discutiamo, ma tu vai avanti, non ti fermare».

 Speranza parla da Lucia Annunziata: «Renzi non deve mettere la fiducia, sarebbe un errore madornale, una violenza enorme verso il Parlamento». E se il governo mettesse la fiducia, cosa farebbe? «Se io oggi dicessi qui voto la fiducia, direi a Renzi ok metti la fiducia. Io dico che sarò leale fino in fondo, ma Renzi sia leale con il Parlamento. Non ho mai detto, comunque, che non voterò la fiducia». Speranza non vuole spaccature nel partito: «La scissione sarebbe un errore enorme, mi dà fastidio persino il suono della parola. Fuori dal Pd c’è il disastro». Ma dice di no a un Pd partito della nazione: «La gente mi chiede: il Pd litiga con la Camusso e imbarca Bondi e Verdini. Ma che sta succedendo?». All’ex capogruppo risponde così Renzi, parlando con i suoi: «Bondi e Verdini potranno pure appoggiare il governo, ma non entreranno mai nel Pd. Il partito della Nazione? Una espressione di Reichlin il giorno dopo le Europee». Quanto alla ricorrente evocazione dell’Ulivo, Renzi parla di «polemiche strumentali»: «C’è chi è sempre stato contro l’Ulivo di Prodi e ora cerca di usare quella stagione giocandola contro il presente. Noi il buono dell’Ulivo lo difendiamo sempre». E a conferma, si cita il seminario sulle primarie dieci anni dopo, che si terrà oggi con Arturo Parisi e Lorenzo Guerini .




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