venerdì 10 aprile 2015

A2A, ricavi in calo ma cresce la cedola. Alla Loggia un assegno da 28,4 milioni


Corriere della Sera 10/04/15
corriere.it
Il debito giù di 511 milioni, Brivio nel cda. Oggi la presentazione del piano industriale
A2A chiude il 2014 con una perdita di 37 milioni e un fatturato in calo dell’11% ma con la crescita dei risultati operativi sale il valore della cedola distribuita. A soffrire il settore energia, soprattutto le centrali termoelettriche. Cresce invece la filiera delle reti. È la fotografia del bilancio 2014 di A2A, approvato ieri dal consiglio di amministrazione. Il primo bilancio che porta la firma del nuovo board, presieduto da Giovanni Valotti, per quanto l’attuale cda sia salito in sella solo a metà corsa, con l’assemblea dello scorso giugno. I conti, va detto, faranno felici gli azionisti, soprattutto i due Comuni (Brescia e Milano) che si vedranno staccare un assegno da oltre 28,4 milioni. Pur avendo ceduto una quota della loro partecipazione (il 2,5% a testa) palazzo Loggia e palazzo Marino hanno in mano il 25% ciascuno e potranno contare su un dividendo complessivsimile allo scorso anno. Questo perché la cedola ad azione è passata da 0,033 a 0,0363, con una crescita del 10%. Una iniezione di liquidità che farà un gran comodo ai due sindaci, alle prese con tagli e bilanci anemici. Iniezione per certi versi inaspettata se è vero che Brescia e Milano avevano previsto di incassare tra i 25 e i 26 milioni. Il pagamento sarà effettuato il 24 giugno mentre l’assemblea è convocata per l’11 giugno. Squadernando le cifre della multiutility si nota come i ricavi siano scesi sotto i 5 miliardi (4.984 milioni), con una diminuzione di 620 milioni rispetto al 2013 (-11,1%) soprattutto per via della riduzione delle vendite di energia elettrica sui mercati all’ingrosso e per le minori vendite ad uso riscaldamento causa temperature tutt’altro che rigide. Criticità (sul fronte energetico) che si trascinano da tempo, tant’è che intenzione dell’azienda è diversificare il business, puntando più su ambiente e reti. La gestione caratteristica mette in mostra un margine operativo lordo di 1.024 milioni, in calo di 109 milioni rispetto al 2013 sempre per via del calo dei prezzi dell’energia e per la scadenza della convenzione Cip6 per il termovalorizzatore di Brescia. Il risultato operativo netto ha registrato un miglioramento del 40,9%, toccando i 362 milioni, mentre il risultato netto di gruppo è passato dai 62 milioni del 2013 ai -37 del 2014. Un risultato che include l’effetto di svalutazioni per complessivi 207 milioni di euro (159 al netto dell’impatto fiscale), spiega la società. Le svalutazioni riguardano asset termoelettrici e partecipazioni così da adeguare il dato contabile con le basse prospettive di redditività in un mercato «strutturalmente in sovra-capacità produttiva». Il risultato finale risente negativamente dell’eliminazione della Robin Hood Tax, con maggiori imposte per 65 milioni. Al netto delle partite straordinarie, l’utile netto della gestione ordinaria è di 175 milioni di euro, in crescita del 12,2% rispetto al 2013 (che aveva a sua volta beneficiato di partite straordinarie per 156 milioni). Prosegue l’abbattimento del debito, tagliato di 511 milioni e sceso a 3,3 miliardi. I dati del bilancio, resi noti nella serata di ieri, oggi saranno commentati dal presidente Giovanni Valotti e dall’ad Valerio Camerano che, alle 12, a Milano, presenteranno il nuovo piano industriale di A2A che dovrebbe contenere consistenti investimenti, oltre a nuove aggregazioni in ottica lombarda con il possibile ingresso nella compagine societaria di Cassa depositi e prestiti. Ieri, va infine detto, è entrato nel consiglio di amministrazione Giambattista Brivio (lista Tassara) che prende il posto di Mario Cocchi, dimessosi lo scorso 27 marzo per via della maxi-causa intenta alla società per il riassetto Edison.

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