martedì 14 aprile 2015

«Il bonus da 1,6 miliardi è una tantum». 
Taddei: priorità a lavoro, scuola e opere.


Corriere della Sera 14/04/15
Enrico Marro
Il tesoretto o bonus o come dir si voglia, cioè quel miliardo e 600 milioni di euro disponibili in più del previsto, sono una cifra «una tantum», vale solo per quest’anno, dice il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, e quindi come tale va trattata. Non può essere destinata a spese strutturali, come per esempio il potenziamento degli 80 euro al mese o forme di reddito minimo. Alla presidenza del Consiglio sono preoccupati per l’assalto al tesoretto che lo stesso governo ha individuato nel Def, Documento di economia e finanza, approvato venerdì. Taddei, consigliere dello stesso premier Matteo Renzi, spiega che le ipotesi plausibili sono molto più modeste.

«Premesso che ancora non abbiamo cominciato concretamente a lavorarci, sono tre le priorità: il rafforzamento dell’Asdi; il potenziamento di alcuni interventi sulla scuola in particolare a sostegno dei progetti di integrazione tra istruzione e lavoro; interventi straordinari di manutenzione delle opere pubbliche». E qui, aggiunge Taddei, viene subito da pensare al crollo del viadotto sulla A19 Palermo-Catania che ha diviso in due la Sicilia, o al cedimento, ieri, del soffitto di un’aula nella scuola elementare «Pessina» di Ostuni.

Se la priorità è la lotta alla povertà, in particolare nel segmento di coloro che perdono un lavoro e non riescono a trovarne un altro, spiega il responsabile economico del Pd, allora «la cosa più semplice è rifinanziare l’Asdi», che dispone solo di 200 milioni per quest’anno e di altrettanti per il 2016 e che potrebbero essere portati a 400 l’anno, aggiunge Taddei, «aumentando l’importo del sussidio e ampliando la platea dei beneficiari». L’Asdi è stato introdotto con la riforma degli ammortizzatori. Spetta ai lavoratori che, esaurita la Naspi, cioè la nuova indennità di disoccupazione, non hanno trovato un lavoro e hanno un Isee (indicatore della condizione economica familiare) basso, hanno figli minorenni e sono vicini alla pensione. Il sussidio dura al massimo sei mesi e corrisponde al 75% dell’importo dell’ultima Naspi percepita.

A ben vedere anche la proposta di Taddei richiede un finanziamento di anno in anno, ma è gestibile nell’ambito del miliardo e 600 milioni disponibile e ha il pregio di cominciare ad affrontare il tema dei potenziali esodati: lavoratori in età avanzata che perdono il posto e, finiti gli ammortizzatori, rischiano di restare senza salario e senza pensione perché ancora non hanno raggiunto i requisiti della legge Fornero. Allungare la durata dell’Asdi fornirebbe una prima risposta. Immaginare risposte più strutturali, come l’introduzione di elementi di flessibilità sull’età pensionabile (oggi 66 anni e 3 mesi, dal 2016 66 e 7 mesi), cioè la possibilità di lasciare il lavoro prima, ma con una pensione più bassa, è difficile perché il governo dovrebbe convincere la Commissione europea che non si tratterebbe di una retromarcia sulle riforme fatte in questi anni e che sono il vero architrave del risanamento dei conti. Per averne la conferma basta andare a pagina 83 del Def, dove il governo spiega che le riforme delle pensioni adottate dal 2004 al 2011 (legge Fornero) hanno l’effetto di ridurre la spesa cumulata di 60 punti di Pil fino al 2050, ovvero di mille miliardi attuali, come dire 26 miliardi l’anno dal 2012 al 2050.




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