giovedì 23 aprile 2015

Roberto Speranza smemorato


Caro Onorevole Speranza,
Nella sua intervista a Repubblica di oggi 23 aprile lei fa delle affermazioni che non danno nessun aiuto alla comprensione della vicenda politica di questi giorni e che a chi scrive sembrano molto gravi.
Innanzitutto lei ripete l’accusa nei confronti delle riforme costituzionali, proposte dal governo e votate a larghissima maggioranza dal suo partito, di rappresentare una minaccia per la democrazia – caspita, che stima della propria formazione politica! Mi scusi la franchezza, senza la quale perdiamo troppo tempo: questa storia della democrazia posta in pericolo dalle riforme è semplicemente una colossale sciocchezza. Lasci fare queste affermazioni al capogruppo di FI o ai membri del M5S o ai radical chic come Scalfari e Annunziata.
Le leggi elettorali maggioritarie esistono in moltissimi paesi di solida democrazia, e il bicameralismo perfetto, in Europa, solo in Romania. Si ciancia di democrazia minacciata, ma chiunque rifletta un istante senza estremi pregiudizi ha la chiarissima percezione che gli argomenti opposti alla larga maggioranza del suo partito siano speciosi e strumentali. Senza parlare della questione delle preferenze contro le quali il suo partito si è a lungo battuto. Lei capisce che questi voltafaccia squalificano ancor più la già screditata classe politica (se non si fida dei professori, può chiedere al suo collega Dario Parrini – gli esperti ce li avete in casa se solo voi li stesse a sentire), con danno, questo sì, per la democrazia nel nostro paese.
E’, in realtà, la minoranza del PD che rappresenta una minaccia per la vita del nostro paese. Attaccare in questo momento Renzi – il leader del partito che vi siete scelti e che avete portato al governo – è uno dei segni costanti della mania autolesionista della sinistra italiana. Se questo governo cade voi – la minoranza del PD – vi prendete il lusso sfrenato, contro noi cittadini, di riconsegnare il paese alla destra con la quale sarà inevitabile governare, se si va alle elezioni senza un sistema come quello che il partito ha votato, prima di scoprire che era antidemocratico (come ha fatto di recente insieme a voi Silvio Berlusconi, convertiti tutti improvvisamente dai sermoni domenicali di un cattivo maestro come Scalfari). Può darsi che lei abbia fatto bene a dimettersi, perché questo sembra un gruppo parlamentare infestato da matti.
Lei dice che il rapporto di Renzi con la minoranza interna al partito è una questione “politica”. E che vuol dire? Che la minoranza che ora si scopre sanior pars deve poter imporre le sue posizioni e le sue idee alla maggioranza? Che dopo defatiganti mediazioni, negoziazioni, emendamenti la minoranza ha il controllo ed il potere sui tempi se non sui contenuti delle decisioni comuni? Già nel medio evo gli ordini mendicanti avevano abbandonato l’idea del potere della sanior pars. Vuole che torniamo al regime delle aristocrazie di sangue? A sistemi di partito dove chi perde (Bersani) vince e chi vince (tutti quelli che sostengono il governo nel suo partito) perde? Di che specie di democrazia stiamo parlando?
Lei presenta l’accusa di leso mandato libero in occasione della sostituzione di alcuni membri della Commissione affari costituzionali. Ma che idea si fa del gruppo parlamentare che fino a poco fa lei ha guidato, quella di un gruppo di cani sciolti? Lei pensa che la democrazia sia un governo di notabili in cui ciascuno si muove come il rappresentante dei suoi elettori personali? Invece che essere l’eletto di un partito in cui si discute, si dibatte, si è in disaccordo, ma si accettano le posizioni della maggioranza. Altrimenti uno se ne va. Si dimette dal Parlamento, come ha fatto E. Letta, non sta nel partito come un nemico in casa.
Le riforme si fanno a maggioranza! Ma se l’è guardata la costituzione più bella del mondo che dice che se l’opposizione in Parlamento non è d’accordo con le riforme proposte dalla sola maggioranza è il popolo sovrano che decide sulla riforma costituzionale votata da questa? Vedi art. 138.
Quando Renzi cercava di tenere dentro il processo di riforma l’opposizione cioè la destra, FI, molti fra quelli che invocano oggi nel PD (ignorando la costituzione) che la riforma venga fatta sulla base di larghe maggioranze, si stracciavano le vesti. E’ larga maggioranza fare la riforma col Sel che non la vuole fare? Certo se la minoranza del PD, il partito del “partito preso” che si rifiuta di discutere (nessuno di voi è venuto ieri alla riunione dei deputati PD organizzata alla Camera e alla quale tutti erano stati invitati!) fa ostruzione forse riuscite a riconsegnare il paese al caos politico uscito dalle urne nel febbraio del 2013. Certo le sorti della democrazia in Italia stanno anche nelle vostre mani. Voi rischiate veramente di sfasciarla. Auguri.
Pasquale Pasquino
New York University

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