martedì 21 aprile 2015

Pippo, la scuola e l'Italicum


Attilio Caso
"Una buona riforma della scuola è indiscutibilmente diversa da questa presunta "Buona scuola". Io lo avevo detto e scritto. E anche Lorenza, e Corradino, e Laura, e Felice. Nichi sostiene che la scuola debba 'lasciar permeare la migliore eredità di una cultura italianista e intimista, scevra da ogni lascito bonolista e grandefratellista'.
Io credo che su un punto non si possa assolutamente mediare: la durata delle verifiche e dei compiti in classe. Io sono per una scelta libera dello studente e lontana da derive che prevedano che, iniziata una versione di latino alle 11,00, la si debba poi terminare entro le 13,00. Fino a che punto ci hanno condotti sedici mesi di cultura nazarena? Quale sarà il prossimo approdo? Affermare che il liceo debba durare cinque anni o niente? Che ci si debba laureare entro un termine preciso? Dove pensiamo di giungere con queste forzature della democrazia, che io ho segnalato con garbo per tutto questo tempo? 
Infine, inizia l'esame alla Camera dell'Italicum ed eccoci con la solita fretta e con le epurazioni: noi proponiamo profonde modifiche nel merito ed alcune sono davvero ottime. Ma su un punto non transigeremmo, qualora fossero accolte - cosa di cui dubito, considerata la rozzezza del presidentedelconsiglio: non accetteremmo mai di votarle. Quanto meno, non prima del 2019."

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