venerdì 3 aprile 2015

I negoziati visti da Mogherini «Ha aiutato essere un’italiana Il Medio Oriente cambierà».


Corriere della Sera 03/04/15
Paolo Valentino
«Ci sono stati momenti molto delicati. Arrivando qui sapevamo che l’ultimo miglio sarebbe stato quello più difficile. Dovevamo sciogliere senza ambiguità tutti i nodi politici e questo è stato fatto. A volte abbiamo corso il rischio di una rottura, perché c’era in tutti la consapevolezza che avevamo bisogno di accordi veri e non era affatto scontato raggiungerli. Ora possiamo lavorare sul testo finale, che a questo punto non ho dubbi possa essere completato entro la fine di giugno».

Federica Mogherini assapora il suo primo successo internazionale, da Alto Rappresentante per la politica estera della Ue. Sono stati lei e la sua squadra a coordinare e guidare la maratona del Lemano.

Qual è il significato politico dell’intesa?
«In primo luogo, può costituire un elemento di sicurezza per la regione. In questi mesi, le attività nucleari iraniane, che sono fonte di preoccupazione per molti, sono state congelate. Se avessimo fallito, nulla poteva garantire che l’Iran non le avrebbe riprese. Questo accordo invece assicura la comunità internazionale che Teheran non svilupperà armi nucleari nei prossimi decenni. L’altro punto è il valore di un accordo di non proliferazione, che di per sé è uno strumento importante di prevenzione di crisi e guerre. Poi c’è la costruzione della fiducia: noi abbiamo negoziato per 8 giorni e 8 notti con intorno al tavolo due Paesi, Iran e Stati Uniti, che non si sono parlati per 35 anni e che a Losanna hanno passato una infinita quantità di tempo a trattare, a spiegarsi, a cercare di capirsi. Ma ci sono altri due punti politici importanti: l’inizio dell’apertura dell’Iran, in primis in termini di relazioni commerciali, che poi significa la sua apertura al mondo; e l’inizio della costruzione di un nuovo quadro regionale, che può essere decisivo nella gestione delle crisi, dalla Siria, allo Yemen, all’Afghanistan».

Il ruolo dell’Europa e quello suo in particolare: nessuno questa volta potrà rimproverarle di non esserci stata.
«Il mio ruolo ha una base legale: è scritto nella risoluzione del Consiglio di Sicurezza, che anni fa diede il via ai negoziati e stabilisce che l’Alto Rappresentante per la politica estera della Ue “facilita i negoziati”. Sul piano politico, l’Europa ha avuto un intenso e faticoso ruolo di regia: non solo qui a Losanna, ma anche nei mesi e nelle settimane scorse. Il team di politica estera che guido è stato straordinario. Oggi possiamo essere soddisfatti, anche per il riconoscimento venuto da tutte le delegazioni, che hanno sottolineato la nostra funzione costruttiva nel negoziato. Mi faccia aggiungere, da italiana, che il mio compito era facilitato dall’apprezzamento che gli iraniani hanno per il nostro Paese e la sua apertura al dialogo: amano dire che anche noi, come loro, abbiamo alle spalle una grande civiltà».

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