Corriere della Sera 06/12/14
Alessandro Trocino
Al Circo Massimo non lo avevano
fatto parlare, in un balletto stucchevole che l’ha visto impallato
dall’ascensione in gru di Beppe Grillo e da strani magheggi nella
scaletta del palco. E così Federico Pizzarotti, sempre più leader
dell’area critica nel Movimento, ha deciso di parlare a «casa»
sua, a Parma. Non sarà un evento locale quello di domani. Perché la
pressione è fortissima e nonostante da giorni sia sold out, le
richieste continuano ad arrivare. I prenotati sono 400 (respinti già
oltre 150) e tra loro ci saranno una quindicina di parlamentari, un
europarlamentare (Marco Affronte) e parecchi consiglieri. Evento, con
diretta streaming, che infastidisce i piani alti, tanto che si
starebbe studiando «qualcosa di grosso» per oscurare
l’incontro.
Al Tg1 Pizzarotti nega di voler architettare
scissioni e spiega: «Non ho paura delle espulsioni, non sono mai
distruttivo. Ci sono cose da migliorare. Dissidenti? Riunisco gli
attivisti». Ma i nomi confermati la dicono lunga: ci saranno Giulia
Sarti, Mara Mucci, Tancredi Turco, Jessica Rostellato, Tatiana
Basilio, Cristian Iannuzzi, Walter Rizzetto, Marco Baldassarre.
Potrebbero esserci i bolognesi Elisa Bulgarelli e Paolo Bernini. E
con loro due sindaci (sui dieci): Filippo Nogarin (Livorno) e Fabio
Fucci (Pomezia).
Mancheranno Beppe Grillo e Gianroberto
Casaleggio, regolarmente invitati, come i cinque del direttorio. Che
hanno declinato l’invito adducendo impegni. Il vero motivo, si sa,
è la volontà di non accreditare «capitan Pizza», come viene
definito spregiativamente da Grillo. Ma il sindaco di Parma non ha
bisogno di bollini a 5 Stelle e sta coagulando una vasta area di
dissenso e disagio. I venti di scissioni tirano sempre forte. Per ora
continua l’emorragia, che ha una duplice direzione: quella
agevolata dalle espulsioni (ultime Massimo Artini, assente a Parma
per motivi di famiglia, e Paola Pinna) e quella degli esodi
volontari. Ieri circolava nei WhatsApp interni l’annuncio
dell’addio di Iannuzzi, spesso critico con Casaleggio e in
disaccordo con il neonato direttorio a cinque.
Anche Turco è
duro: «Sono contento che si sia fatto qualcosa ma sono
scontentissimo di come sono stati scelti: con una decisione calata
dell’alto, non ponderata geograficamente, quattro campani e un
romano, né politicamente, tutti deputati e nessun senatore». Turco
non nasconde il disagio: «In diversi parlano di scissione e i
problemi sono molti. Ma io sono inclusivo e voglio restare qui».
Finché non sarà incentivato anche il suo esodo.
Mentre in
Veneto l’M5S lancia Jacopo Berti nella sfida a Luca Zaia, da Parma,
Pizzarotti lancerà il suo guanto. Non avrà bisogno di un attacco
frontale a Grillo: gli basterà il colpo d’occhio e la sensazione
che, come dice un dissidente, «un altro Movimento è possibile».
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