Corriere della Sera 21/12/14
Antonella Baccaro
Chi volesse vedere il «bicchiere
mezzo vuoto» potrebbe fare il conteggio delle promesse non mantenute
e dei rinvii del governo contenuti in questa legge di Stabilità.
Local tax rinviata, una stretta minuscola sulle partecipate,
tassazione rimasta ordinaria sul Tfr in busta-paga (dunque poco
incentivante), bonus di 80 euro non esteso a pensionati e lavoratori
autonomi, aumento della tassazione, parzialmente mitigato, su Fondi
pensione e casse previdenziali. E il canone Rai che per adesso non
cambia.
Ma il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan,
invita tutti a vedere il «mezzo pieno» quando definisce il
provvedimento «equilibrato e «con importanti misure» che stimolano
la crescita e la creazione di posti di lavoro, grazie a un
abbattimento delle tasse «che ha pochi precedenti nella storia del
Paese», al «sostegno allo sviluppo», «alle risorse per il mercato
del lavoro», «al finanziamento degli ammortizzatori sociali e degli
interventi per l’innovazione».
La manovra, riscritta dal
governo con il maxiemendamento, passa ora all’esame della Camera
dove, per mancanza di tempo, dovrà essere approvata tale e quale e
dunque non potrà essere fatta oggetto dell’«assalto finale alla
diligenza» che è stato tentato al Senato.
La legge di
Stabilità, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, comporta
effetti espansivi sul bilancio dello Stato di circa 6,7 miliardi nel
2015 e di circa 2,9 miliardi nel 2016. Nel 2017, gli effetti della
manovra risultano in linea con quella inizialmente presentata alla
Camera con un miglioramento del saldo del bilancio di 1,8 miliardi.
In termini d’indebitamento netto, la manovra assicura il
conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica coerenti agli
impegni presi in Europa.
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