Corriere della Sera 05/12/14
Alessandro Trocino
«Da candidato alla segreteria pd di
Roma, vidi di tutto: correnti, circoli fasulli, tessere gonfiate,
interessi.
Ma resto convinto che la maggioranza del partito sia
fatto di gente perbene». Tobia Zevi è un giovane esponente del
Partito democratico. Nel 2013 concorreva per la segreteria romana del
Pd, insieme a Tommaso Giuntella e Lionello Cosentino. Nelle
intercettazioni si parla di questi ultimi due: «Stiamo a sostene’
tutti e due … avemo dato centoquaranta voti a Giuntella e 80 a
Cosentino».
Se l’aspettava, Zevi?
«Sui singoli occorre
ribadire
la presunzione di innocenza. Le responsabilità penali
vanno prima individuate ed accertate».
Ma che effetto le ha
fatto l’inchiesta «Mafia Capitale»?
«Sono sconvolto e
inorridito. La magistratura descrive uno scenario di malaffare
inquietante, con affaristi all’amatriciana che vengono dal mondo
dell’eversione neofascista e che hanno trattato Roma come un
Bancomat, gravitando intorno alla giunta di Alemanno».
Il Pd
non è estraneo all’inchiesta, anzi è coinvolto con diversi
esponenti.
«Non si possono mettere destra e Pd sullo stesso piano.
Se però venissero dimostrate responsabilità di dirigenti o eletti
sarebbe una cosa gravissima».
Renzi ha commissariato il Pd di
Roma.
«È l’extrema ratio, l’occasione per fare pulizia e
spazzare gruppi di potere e incrostazioni».
Possibile che
nessuno si sia accorto di nulla? Eppure la Madia nel 2013 denunciò
«associazioni per delinquere» nel Pd romano.
«La pulizia è
iniziata mesi fa, ma c’è uno spread tra la lentezza della politica
romana e la velocità del governo».
L’inchiesta getta ombre
su strumenti come le primarie e le preferenze.
«Le primarie sono
uno strumento utile, ma il rapporto con il territorio non può
esaurirsi con il voto. Temo che molti miei compagni di partito non
sappiano neanche dov’è Tor Sapienza. Bisogna ripensare i
meccanismi di selezione della classe dirigente. Il Pd deve essere
contendibile e ripartire dai tanti giovani che faticano a trovare
spazio».
Lei parla di tessere gonfiate, di circoli
fasulli.
«Sì, è vero. Anche le regole in vigore nel 2013
incentivavano le tessere gonfiate. E poi ci sono ancora circoli con
le saracinesche abbassate che ai congressi presentano i verbali con i
voti. Bisogna svecchiare, accelerare il ricambio».
Marino è
entrato in conflitto con il Pd locale. Tanto che ha rischiato di
essere scaricato anche dal nazionale, prima della riabilitazione.
«Le
contestazioni che gli sono state fatte erano politiche e non
c’entrano con le indagini. Ma, certo, Marino ha toccato interessi
consolidati».
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