lunedì 22 dicembre 2014

Tempo di bilanci


Riccardo Imberti
Anche questo terribile 2014 volge al termine. Tutti ci auguriamo che il prossimo anno rappresenti per tanti l'uscita dal tunnel in cui da tempo siamo infilati. Il governo Renzi si può dire le ha provate tutte, ha iniziato con la ridistribuzione del reddito alle famiglie, ha ridotto il peso delle tasse sul lavoro, ha imboccato con decisione la riduzione dei costi della politica, ha introdotto incentivi per il lavoro a tempo indeterminato, ha allargato le tutele per i giovani e ha ottenuto che l'Europa diradasse le maglie di rigidità con la possibilità di svincolare dal tetto del tre per cento le spese per gli investimenti.
Nonostante tutto ciò, il Paese fatica a riprendere, l'occupazione giovanile, in particolare al sud, ha percentuali allarmanti e i dati sulla produzione restano fermi al palo. Si coglie una sfiducia palpabile in tanti strati del Paese e ogni qualvolta si interviene per la riduzione dei privilegi  si accampano mille scuse e si adotta ogni strumento per impedire che si realizzi.
Il Governo in questo anno ha cercato in tutti i modi di cambiare verso, sicuramente Renzi ha impresso una accelerazione alle cose da fare,  ma spesso,  si sono sovrapposte questioni di merito a  questioni ideologiche, nella ricerca di rivincite che mal si concigliano con la responsabilità che i cittadini hanno dato con il loro voto al Partito Democratico. Comincia proprio da qui la cattiva immagine che la politica ha dato al Paese in questi mesi, una politica che nonostante gli sforzi di fare le riforme, coltiva l'illusione che il cittadino possa accettare che le vecchie logiche e i personaggi di sempre, tornino a fare le cose di sempre. L'astensionismo sempre più consistente è un segnale d'allarme inequivocabile sulla credibilità della politica e non ci vuole un genio per comprendere che se non ci saranno segnali di vero cambiamento, la stessa vita democratica rischia di essere messa in discussione. 
La questione morale resta l'emergenza primaria, la corruzione pare interminabile, ogni volta che si aprono i cassetti emergono pratiche di malaffare diffuso che coinvolgono tutto e tutti e questo è un bagaglio pesante da sopportare. E' necessario scoperchiare tutto e rimettere le cose in ordine e liberarsi al più presto di chi ha abusato del suo ruolo per fare soldi. Dall'Expo, alla cooperazione sociale, dalle pubbliche amministrazioni agli appalti, è un susseguirsi di pratiche che pensavamo finite; al contrario dimostrano di avere la forza di riproporsi in tante forme e modi e la criminalità pare farla padrone in tante aree del Paese.
Tutto ciò sta a significare che non bisogna abbassare la guardia, che bisogna fare di più e la strada da intraprendere è ancora ripida e piena di rischiosi baratri. 
L'anno che si chiude è stato duro, nonostante ciò alcune cose sono state fatte e altre sono in procinto di essere realizzate. Con il nuovo anno avremo scadenza importanti a partire dalla elezione del nuovo Capo dello Stato e mentre va espresso un profondo grazie a Giorgio Napolitano, l'augurio è che non si ripeta la triste vicenda di cui è stata protagonista la nostra classe politica lo scorso anno. Sarebbe un buon inizio per il 2015 c'è da sperare che segni l'avvio di una ripresa economica, un quadro occupazionale positivo e di conseguenza una ripresa di fiducia dei cittadini nelle potenzialità del nostro Paese.   


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