mercoledì 24 dicembre 2014

Quei nervi scoperti e le paure del Paese 
cavalcate da Le Pen.


Corriere della Sera 23/12/14
corriere.it
Non sarà semplice trovare un filo logico o qualche traccia di un piano preordinato nell’inquietante sequenza di episodi violenti che hanno sconvolto la Francia nei giorni delle festività. Ieri sera, un’auto lanciata sul mercatino di Natale a Nantes : un’altra scena di sangue, molto simile a quella di due giorni fa nel centro di Digione. E poi l’assalto all’arma bianca a un commissariato della periferia di Parigi. Non sarà semplice, perché in apparenza si tratta di atti isolati, compiuti da individui che si ritengono mentalmente squilibrati. Nemmeno gli investigatori francesi si avventurano a disegnare trame terroristiche collegabili al fanatismo islamico («Non si può ancora parlare di atto terroristico», ha detto il procuratore di Nantes), anche se, in tutti gli episodi, l’attentatore ha urlato - o é stato sentito urlare - Allah Akhbar (Allah è grande), parola d’ordine con cui si giustificano le azioni più spregevoli. Ma il di là delle indagini, il collegamento più semplice e automatico é già stato fatto dall’opinione pubblica e dal mondo politico, in una spirale di preoccupazioni, polemiche e strumentalizzazioni che finisce per connettersi ad altri episodi che in forma anche più grave, da Sydney a New York, hanno sconvolto il mondo. «Connettersi» é il termine appropriato, poiché la rete favorisce amplificazioni mediatiche e collegamenti non sempre coerenti, ma del tutto plausibili quando fanatismo, vendetta o malintesa giustizia possono produrre serial killer. Così la Francia si sente ancora una volta nel centro del mirino, non tanto per la gravità degli episodi, quanto per la sensazione diffusa che il Paese sia eccessivamente esposto all’estremismo fanatico, alla predicazione radicale islamica, all’importazione dei conflitti etnico-religiosi che insanguinano il mondo. Cresce, inevitabilmente, una domanda di fermezza e di controllo dell’immigrazione, facilmente cavalcata dal Fronte nazionale di Marine Le Pen, mentre viene messa a dura prova la tradizione repubblicana che, sia da sinistra sia da destra, ha sempre difeso una certa idea di Paese tollerante, integrato e universale. La polemica investe in prima persona, come è ovvio, il presidente Hollande, che forse non ha scelto il momento migliore per rilanciare la possibilità di allargare il diritto di voto agli immigrati. I nervi sono scoperti. Forse ha ragione chi ha coniato il termine «islamopsichiatria».

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