venerdì 19 dicembre 2014

Forza Italia, l’addio di Verdini “Caro Silvio, così non si va avanti” Lo scontro con il cerchio magico


CARMELO LOPAPA
Corriere della sera 18 dicembre 2014 
Il “plenipotenziario” per le riforme lascia a fine anno la guida dell’organizzazione Partito nel caos anche sul tesseramento: gli iscritti crollano da 400 a 60 mila 
La crisi di Forza Italia passa anche attraverso il tonfo dei tesseramenti. Sondaggi al palo, quattro milioni di deficit, licenziamento collettivo di 55 dipendenti, la fronda interna e ora anche l’imminente addio di Denis Verdini. È un periodaccio, per Silvio Berlusconi, alla vigilia di partite decisive su riforme e Quirinale.
L’ultima grana: la registrazione dei nuovi tesserati 2014, che si sarebbe dovuta concludere il 15 dicembre. Si è risolta in un flop. A quella data non risultano iscritti al partito neanche 60 mila simpatizzanti (i più catastrofisti parlano di 50 mila). Nelle già esigue casse è finito uno scarso milione di euro.
È la ragione per cui lo stesso leader, con una lettera aperta, ha fatto slittare la scadenza al 31 gennaio 2015. Impresentabile, quel dato, tanto più a fronte dei numeri dei dem. Nella lettera aperta Berlusconi minimizza, parla di «breve rinvio dovuto a diverse considerazioni politiche e organizzative», ai «numerosi impegni di queste settimane che hanno assorbito il tempo di molti deputati e senatori». Il pallottoliere tuttavia è impietoso. A fine settembre, a Roma risultavano tesserati in 2 mila appena, 181 a Frisinone, 61 a Latina, 21 a Rieti e nelle ultime settimane la situazione sembra sia migliorata di poco. A Palermo in questi giorni si toccava a stento quota mille, 2.500 a Torino, in tutta la Puglia non più di 5 mila, va meglio nelle roccaforti del Veneto (8 mila) e Lombardia (10mila), il resto sono briciole. La quota ordinaria è 30 euro, scontata a 25 euro per i seniores e 15 euro per i giovani. «I dati ufficiali li riceveremo a febbraio, non vedo dove sia l’allarme, vedrete che si supererà quota 100mila» sostiene il responsabile tesseramento Gregorio Fontana. «E poi, abbiamo quasi triplicato i costi, per rendere l’iscrizione una cosa seria, non mi sembra che nel Pd del 40 per cento vada meglio». L’ultimo tesseramento forzista risale al 2007 e l’allora coordinatore Sandro Bondi annunciava il record di 400mila iscritti. «Ma convincere la gente a iscriversi a un partito oggi è dura — spiega Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda — tra Expo, Mose e scandali è maturato un rifiuto insormontabile verso la politica». Ma assieme al rinvio dei tesseramenti, a tenere banco tra i forzisti è la voce dell’imminente addio di Denis Verdini, lascerebbe a fine anno la carica di responsabile organizzativo. «Se questa volta lo fa per davvero, è solo per evitare imbarazzi al partito, per questioni personali e giudiziarie » racconta chi lo conosce bene e lo frequenta. Lui, Denis il tessitore delle riforme, alle prese con chi come Brunetta bombarda ogni giorno il Patto del Nazareno e con i dubbi dello stesso Berlusconi. E poi il ruolo sempre più ingombrante della tesoriera-ombra del capo, Mariarosaria Rossi. Tant’è, stavolta il leader sarebbe intenzionato ad accettare le dimissioni più volte minacciate. L’ex Cavaliere ieri sera ha riunito per gli auguri i 60 senatori a cena (assai frugale, primo e dolce, nemmeno un secondo), stasera toccherà ai 70 deputati. Uno strappo alla spending review dettato dall’esigenza di tenere unito a tutti i costi il partito dopo gli scossoni di Fitto. Ha raccontato loro dei servizi sociali, dei «colpi di stato» subiti, per concludere: «Se vogliamo contare, non dobbiamo farci vedere smembrati e divisi». E infine la promessa: «È vicino il tempo in cui saremo chiamati nuovamente alle nostre responsabilità verso il Paese".

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