mercoledì 24 dicembre 2014

Altri dieci in bilico Fico: chi non condivide tragga le conseguenze.


Corriere della Sera 23/12/14
corriere.it
Uno scossone in parte imprevisto. L’addio dei tre parlamentari (Ivana Simeoni, Giuseppe Vacciano e Cristian Iannuzzi) — sebbene nell’aria da settimane — giunge a ridosso di un mese importante per i Cinque Stelle, dopo giorni intensi di conflitto in Aula sulla legge di Stabilità (con lo stesso Vacciano protagonista): un periodo chiave in cui si cercano di sedimentare nuovi equilibri e rilanciare gli obiettivi. Ecco perché, quasi alla vigilia di Natale, la mossa dei dimissionari ha da un lato spiazzato i fedelissimi e dall’altro creato una crepa che potrebbe portare a nuove fuoriuscite nel breve termine. I mal di pancia riguardano al Senato altre tre-quattro persone e alla Camera una quindicina di deputati circa: in realtà a meditare su un eventuale addio sarebbero altri dieci-dodici parlamentari, che al momento restano in attesa dei prossimi eventi.

«Avanti senza problemi», sostengono fonti vicine ai leader. E c’è anche chi pensa che la frattura con qualcuno dei tre si possa addirittura ricomporre. Anche Roberto Fico allontana voci di crisi. «Noi siamo molto forti: chi è in difficoltà casomai è Matteo Renzi e lo si vede dai continui passaggi televisivi che fa», spiega al Corriere . E analizza il percorso che ha portato alla creazione del gruppo dei cinque vice, di cui lui fa parte. «Il nostro è un movimento democratico. Ogni tanto si devono fare scelte per andare avanti, come quella che voi giornalisti chiamate direttorio — dice —. Il nostro è, come dico io, un gruppo di fluidificanti per aiutare il M5S». Poi puntualizza: «Ci stiamo un po’ riorganizzando su vari aspetti, voglio chiarire, che sono non decisionali ma di funzioni e tecnici. Se qualcuno non si ritrova in questa scelta, lo posso capire, ma poi prenda le sue decisioni». Sui tre dimissionari Fico è chiaro: «Nel caso lascino il Parlamento, il mio rispetto nei loro confronti sarebbe diverso. Anche se tra loro tre ci sono situazioni totalmente differenti».

Il grande scoglio all’orizzonte per il Movimento, il banco di prova che potrebbe far saltare tutti gli equilibri, sarà quasi certamente il voto per il Quirinale.

Sottotraccia, indiscrezioni di palazzo raccontano di contatti con il Pd: un tentativo per tastare il polso alle rispettive volontà di dialogo. Gli ortodossi ribadiscono, però, di non gradire alcun nome che abbia un passato politico legato a qualche partito. Ma una votazione interna su alcune personalità potrebbe portare anche a risultati inaspettati. In caso di frattura nel Movimento, la galassia Cinque Stelle — tra ex e malpancisti — potrebbe con una quarantina di voti avere un ruolo importante. Ma non è detto che fedelissimi e ala critica dei pentastellati alla fine non trovino un punto di sintesi.

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