domenica 26 ottobre 2014

Un italiano su due è contro gli sbarchi 
ma dice sì alla cittadinanza agli immigrati.


Corriere della Sera 26/10/14
corriere.it
Recentemente la questione dell’immigrazione è ritornata di grande attualità dopo essere finita in secondo piano negli ultimi anni sia nell’agenda politica, sia in quella mediatica, nonché nella gerarchia delle priorità dei cittadini, preoccupati dell’occupazione, dei problemi economici e delle tutele sociali più che degli stranieri presenti in Italia.

Il segretario Matteo Salvini ne sta facendo uno dei principali cavalli di battaglia della Lega Nord e sembra essere premiato da questa scelta in termini di popolarità personale e di consenso per il proprio partito. Beppe Grillo ha fatto dichiarazioni che hanno suscitato grande clamore, sostenendo che chi entra in Italia con i barconi debba essere immediatamente identificato: i profughi sono da accogliere mentre i clandestini sono da ris pedire a casa. Qualche settimana prima, scrivendo sul suo blog, rifletteva sul rischio di infezioni conseguente all’arrivo crescente di extracomunitari. Salvini e Grillo sono due leader che hanno un grande fiuto riguardo a quanto si sta muovendo nell’opinione pubblica e il sondaggio odierno lo conferma.

La maggioranza assoluta degli intervistati (56%), infatti, ritiene che gli immigrati in arrivo siano troppi e bisognerebbe rimandarne indietro molti; il 30% pensa che il loro numero sia adeguato ma si debbano impedire nuovi arrivi mentre il 9% ritiene che tutto sommato gli extracomunitari siano pochi, tenuto conto del contributo che possono dare al nostro Paese in termini di natalità e di lavori umili che gli italiani preferiscono non svolgere.

Secondo l’84% l’Europa ha lasciato solo il nostro Paese nel fronteggiare l’emergenza crescente degli sbarchi degli immigrati. Una ristretta minoranza è di parere opposto e pensa che l’Italia si lamenti troppo dato che il numero di immigrati presenti sul nostro suolo è inferiore rispetto a quello di altri Paesi.

Le opinioni si dividono nettamente rispetto alla politica adottata dall’Italia sugli sbarchi: un italiano su due è del parere che siamo stati troppo tolleranti e avremmo dovuto respingerli, mentre il 42% pensa che ci siamo comportati nel modo giusto, né troppo tolleranti né troppo rigidi; infine il 6% ritiene che siamo stati troppo rigidi, poco solidali e accoglienti. Le critiche all’eccesso di tolleranza prevalgono tra tutti gli elettori con l’eccezione di quelli del Pd. Ed è interessante sottolineare che tra i cattolici la percentuale di coloro che criticano la tolleranza è superiore (oltre 53%), nonostante le posizioni assunte da papa Francesco su questo tema a partire dalla simbolica visita a Lampedusa del luglio 2013. Va tuttavia ricordato che tra i cattolici prevalgono i segmenti più sensibili agli allarmi sociali (persone anziane, meno scolarizzate, residenti nei centri più piccoli, ecc.) e la paura determina spesso reazioni di chiusura.

Infine il tema dello ius soli: la proposta avanzata dal premier Renzi di riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati che sono nati in Italia e hanno completato almeno un ciclo di studi scolastici incontra il favore del 43% degli italiani; un intervistato su quattro (26%) si mostra ancora più aperto, dichiarandosi favorevole a concedere la cittadinanza a tutti i figli di immigrati nati in Italia indipendentemente dalle scuole che hanno frequentato. E, al contrario, una percentuale di cittadini simile (27%) appare più chiusa, ritenendo sbagliato modificare le norme attuali e facilitare l’acquisizione della cittadinanza italiana. Gli atteggiamenti di chiusura prevalgono solo tra gli elettori di Forza Italia (45%), sebbene Silvio Berlusconi in settimana abbia sostenuto che è doveroso dare la cittadinanza ai figli degli immigrati.

In sintesi: gli italiani si dividono sul giudizio riguardante la gestione degli sbarchi, pensano che l’arrivo degli immigrati sia eccessivo, ritengono che l’Europa ci abbia lasciati soli ad affrontare il problema, sono prevalentemente favorevoli al riconoscimento della cittadinanza agli immigrati nati in Italia.

Il tema dell’immigrazione è molto complesso e suscita nella pubblica opinione reazioni ambivalenti, influenzate dalla prospettiva con cui viene affrontato. I cinque milioni di immigrati presenti in Italia non rappresentano un gruppo omogeneo, basti pensare ai Paesi di provenienza, alle condizioni lavorative, oppure al fatto che si tratti di stranieri di seconda generazione o arrivati da poco. Quanto più l’immigrato viene considerato come un fenomeno sociale indistinto tanto più prevalgono gli atteggiamenti di preoccupazione e di chiusura. Al contrario se si fa riferimento a persone straniere con cui si entra in contatto (dalle badanti ai compagni di scuola dei propri figli) le opinioni cambiano. La politica sembra esserne consapevole e per inseguire il consenso oscilla tra chiusure (i respingimenti) e aperture (ius soli), allo stesso modo dell’opinione pubblica.

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