giovedì 16 ottobre 2014

La Politica al centro


Riccardo Imberti
In questi prime ore della legge finanziaria è troppo presto per aggiungermi ai tanti che giudicano, condividono o contestano la manovra, prima ancora che arrivi in Parlamento. Posso dire soltanto che di una manovra coraggiosa ha bisogno il nostro Paese per far ripartire un’economia sempre più in sofferenza.
Voglio parlare invece di un altro evento atteso per la prossima settimana. 
A Firenze è convocata la quinta edizione della Leopolda, appuntamento che ha rappresentato per Matteo Renzi una palestra importante per raggiungere ragguardevoli risultati politici:
• nel 2013 ha vinto le elezioni primarie ed è stato eletto segretario del Partito Democratico;
• nel 2014, in una fase delicatissima della crisi, è diventato Presidente del Consiglio dei Ministri;
• alle elezioni europee ha superato ogni previsione raggiungendo un consenso di grande rilevanza.
Ora Matteo Renzi è Presidente del Consiglio e contemporaneamente è Segretario del più grande partito italiano.
Per quanto riguarda il suo ruolo di governo faccio mie le parole dell'ex amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra: «La Leopolda era un fantastico strumento di marketing, che funzionava bene in quanto tale. Ma che marketing puoi fare quando sei ormai al governo? Al governo devi fare le cose e basta».
Per quanto riguarda la Segreteria del Partito Democratico sono state superate le polemiche sul doppio incarico, ma non ancora quelle sul tesseramento.
A mio modesto avviso è arrivato il momento per chiedersi se non sia meglio che i dibattiti delle Leopolde siano convogliati dentro il Partito Democratico, aprendo porte e finestre ai militanti interni ed esterni per costruire tutti insieme “cultura politica”.
I temi all'ordine del giorno non mancano e i programmi politici richiedono adeguati approfondimenti prima di essere approvati, magari durante un’assemblea annuale del partito, come avviene in altri Paesi democratici.
Penso al tema dei diritti civili, alla riforma della scuola, alle questioni legate all'ambiente e al dissesto idrogeologico che in questi giorni sta facendo vittime umane e danni ingenti.
Si sente la necessità di discutere, non solo per via telematica, ma anche con la partecipazione personale, le idee di cui ha bisogno il nostro Paese per rinnovarsi. Non possiamo restare dei semplici spettatori. Per esempio, in queste ore Cottarelli ha parlato della necessità di ridurre il numero degli ottomila comuni italiani, ma questa idea dovrebbe essere oggetto di un dibattito approfondito.
Il segretario Matteo Renzi non crede che la crisi dei partiti in Europa sia un problema di democrazia che riguarda anche l’Italia e il nostro Partito Democratico? Non crede che la stessa determinazione che dimostra nel campo delle riforme istituzionali sia necessaria anche per la rifondazione di un partito moderno?
Come ai tempi della Lega Democratica, tante energie dell'associazionismo, della società civile e della cultura aspettano di trovare le strade giuste per realizzare l’art. 49 della Costituzione.

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