sabato 11 ottobre 2014

La sinistra pd vittima delle aspettative

Mario Lavia 
Europa  

Non si riesce a raccontare una politica così veloce e quindi si è valutata male la forza reale, in questo caso, della minoranza dem
Il fatto che nel voto di fiducia dell’altro giorno al senato Renzi abbia stravinto ha sorpreso molti osservatori. Non che si credesse a una crisi di governo ma nemmeno che il governo andasse ben oltre la maggioranza assoluta.
Dunque sarebbe giusto interrogarsi sulle ragioni di queste previsioni sbagliate. E sull’enfasi giornalistica su aspetti che quell’enfasi non meritano.
Cos’è che non va? Non va che siamo tutti troppo poco abituati a questa velocità delle cose che fa sì che non riusciamo a vedere per tempo una realtà che intorno a noi è già cambiata prima che cominciamo a buttare giù i nostri articoli. E così accade che il governo cambi in 24 ore la legge sul lavoro senza dar tempo per efficaci analisi e controrisposte. La sinistra, già di suo abitualmente lenta, si è trovata di fronte al fatto compiuto e risulta residuale. L’opinione pubblica registra, con maggiore o minore entusiasmo. Le copie dei giornali ammuffiscono presto e i pezzi roboanti cessano il rumore.
Così, per colpa di un racconto enfatico, la sinistra del Pd si è trovata caricata di un peso e di una responsabilità che non corrispondono alla sua forza vera, al suo consenso reale. Si è scritto che i gruppi parlamentari sono in maggioranza bersaniani: si è visto che erano bersaniani.
Ed è probabile che, per pigrizia, noi giornalisti tuttora assegnamo ai capi prima una capacità di leadership che oggettivamente gli è venuta a mancare.
Le vecchie categorie interpretative non servono più. La dialettica interna ai partiti va raccontata in un altro modo: non ci saranno spallate, coltellate, scissioni. Mica perché sono tutti diventati buoni, ma perché di fatto la sinistra del Pd è meno forte di come è stata raccontata in queste settimane e anzi va registrato un suo tendenziale annichilimento.
Certo è una situazione mai vista e per certi aspetti inquietante.
Verificheremo nei prossimi giorni se la Cgil e la Fiom – che ormai sono il vero “partito” della sinistra antirenziana –saranno in grado di andare oltre la testimonianza e la protesta, dimostrando che quello spazio politico esiste ancora. O se basterà una Leopolda per oscurarlo.

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