venerdì 24 ottobre 2014

Renzi a Mentana: «Quella della Cgil è una protesta sindacale ma anche politica contro il governo»

Fabrizia Bagozzi 
Europa  
È finito il tempo in cui un a manifestazione di piazza può bloccare il paese»
«in ogni caso – ha aggiunto il premier – niente stucchevoli  ping pong fra la Leopolda e piazza san Giovanni. La Leopolda è un’altra cosa. Alla Leopolda non si protesta, si propone. Io voglio rimettere in moto la speranza dell’Italia, il resto lo lasciamo a chi vuole protestare. Ho davvero molto rispetto per la Cgil e la sua manifestazione ma è finito il tempo in cui una manifestazione di piazza può bloccare il paese». «Ascolteremo comunque tutti, chi protesta a san Giovanni e i sessanta milioni di italiani che sono a casa».
E quando Mentana gli fa notare che si tratta di proteste contro  di lui, Renzi risponde: «Se mi fossi dovuto impressionare per tutte le volte che qualcuno è stato contro di me, non avrei fatto molta strada. Ora noi dobbiamo pensare a cambiare l’Italia».
Quanto all’Europa Renzi si è detto soddisfatto, il compromesso sullo 0,30 per quanto riguarda il deficit strutturale anziché lo 0, 50 voluto da Barroso e lo 0,10 voluto dall’Italia «mi pare che regga», anche al passaggio di consegna fra commissari europei della prossima settimana.  «La legge di stabilità che finalmente riduce le tasse è andata bene anche in Europa». «Ora l’Europa è più attenta alla crescita e allo sviluppo. E in ogni caso anziché di solo rigore occorre parlare anche al cuore. E parlare un po’ di più all’Europa delle famiglie e meno a quella dei ragionieri».
Rispetto alle affermazioni di Cameron ha ribadito che lui – Renzi – ha sì parlato di «arma letale», ma riferendosi «alla tecnocrazia e alla burocrazie europea e non tanto alla questione dei conti che comunque è stata una doccia fredda per quei paesi che dovranno dare dei soldi in più».
Ha poi aggiunto il premier: «L’Europa deve restituire passione e non solo dati, numeri e rigore. Ora anche  lì iniziano a prendere le misure, hanno capito che non stiamo scherzando. Ciò detto, l’Italia deve fare ciò che ha promesso e fare le riforme: giustizia, fisco, pubblica amministrazione, legge elettorale. Cose sempre promesse ma che l’Europa non ha mai visto concretizzarsi. Dopodiché interverremo anche su come funziona l’Ue, am una cosa per volta perché tutto insieme non lo reggiamo».

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