venerdì 31 ottobre 2014

Delrio: "Attacchi infantili. II nostro esecutivo ha colpito i poteri forti"

Intervista a Graziano Delrio di Goffredo De Marchis - La Repubblica 30 ottobre 2014 

«Aggrapparsi alla dichiarazione di un imprenditore è, nel migliore dei casi, infantile». E nel peggiore? «Rivela una vecchia logica del sospetto e dell`insinuazione». Il sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio risponde a Susanna Camusso. Nell`intervista a Repubblica la leader della Cgil ha accusato il governo Renzi di essere nato grazie ai poteri forti, come dimostrerebbe una dichiarazione di Marchionne. «Ma se la Cgil guardasse solo ai fatti capirebbe che è esattamente il contrario. Noi abbiamo tassato le rendite finanziarie e le banche. Andate a chiedere se certi manager e certi banchieri sono contenti di questo governo». Delrio si dice «amareggiato, molto dispiaciuto» per gli scontri sotto il ministero dello Sviluppo economico. «La ricostruzione dei fatti sarà trasparente. Non gettiamo la croce addosso a nessuno finché non sarà chiara la di- namica dell`episodio. Quello che mi sento di dire è che gli operai stavano facendo il loro mestiere difendendo il posto di lavoro. E i poliziotti facevano il loro. Anche gli agenti sono dei lavoratori». 

Lei considera infantile l`atteggiamento della Camusso. Ma c`è l`attenuante del clima: il premier dice che con i sindacati non tratta, alla Leopolda parlano solo imprenditori e finanzieri. Non è così? 
«Renzi è al governo perché ha vinto le primarie. È stato messo li non dal Palazzo ma dalla gente. Si è assunto la responsabilità del paese per dare una spinta forte e legittimata politicamente come chiedevano tutti. Evidentemente qualcuno ha la memoria corta. Quanto alla Leopolda era piena di gente comune. Io ho coordinato un tavolo dove c`erano i rappresentanti di tante cooperative sociali».
II governo pensa, come Pina Picierno, che la Cgil sia un`organizzazione di tessere false?
«No. La Picierno ha sbagliato a dire quelle cose. Noi rispettiamo molto i sindacati e rispettiamo la divisione dei ruoli. Se un sindacato è rappresentativo o meno lo dicono i lavoratori non il governo».
Però non volete ascoltare le obiezioni di piazza San Giovanni sulla legge di stabilità e sul Jobs Act.
«Non abbiamo alcuna ossessione antisindacale. Usiamo lo stesso metodo con tutti. Con le organizzazioni dei lavoratori e con i rappresentanti degli enti locali, dalla regioni ai sindaci che abbiamo incontrato ieri. Chiediamo di fare delle considerazione generali, poi di inviarci delle proposte o delle osservazioni più puntuali e se meritano un ripensamento da parte nostra le accettiamo».
E la Camusso non vi ha fatto delle osservazioni precise?
«Ha detto che non serve a nulla la decontribuzione per i neo assunti a tempo indeterminato e che il taglio dell`Irap non avrà alcun effetto sull`occupazione. Quindi noi che dovremmo fare? Dire che abbiamo scherzato? Abbiamo presentato un atto formale con 18 miliardi di tasse in meno e ridiscutiamo i pilastri di questa manovra?».
Non c`è libertà di critica?
«Certo che c`è, ma se la Cgil ha dei dubbi dimostri con un`analisi economica seria come sì fa a raggiungere gli stessi obiettivi. Gli altri sindacati hanno mosso critiche più puntuali. Ci chiedono: siete sicuri che il taglio ai patronati non comporti costi maggiori per la gente? Oppure: sui fondi previdenziali è giusta la strada di una penalizzazione fiscale? Su questo rifletteremo ancora».
Si può portare il Paese fuori dalla crisi attaccando quasi tutti come fa Renzi?
«Non vogliamo dividere il Paese. Vogliamo che esca dal suo status attuale con una disoccupazione giovanile fuori misura e una crescita negativa che dura da anni. Qualche decisione può dare fastidio, può smuovere un equilibrio consolidato. Ma qual è il Paese che abbiamo trovato, chi lo ha portato fin qua? Non c `è stato il coraggio di riformare gli enti locali, la pubblica amministrazione, la giustizia e non è questo è il motivo per cui l`Italia è in queste condizioni? La mancanza di decisione ha conseguenze peggiori del non scegliere».
Non si può decidere in un altro clima?
«Quando la Germania ha fatto la riforma del mercato del lavoro, il sindacato ha contribuito assumendosi una responsabilità enorme. Hanno avuto il coraggio di dialogare anche sui lavori poco pagati in nome dell`occupazione. Noi teniamo le porte aperte a tutti, ma non possiamo tenerle aperte all`immobilismo».
Evitare la sciopero generale non sarebbe un segnale distensivo da parte vostra?
«L`ambizione del governo è stringere un patto sociale con i sindacati sul modello di altri grandi paesi. La Germania di cui parlavamo prima per esempio. Siamo pronti a fare tutti gli sforzi necessari come è avvenuto sull`Electrolux in condizioni difficili e alla fine il risultato è venuto. E com`era possibile fare anche a Terni. Naturalmente, la Cgil ha tutto il diritto di farei suoi scioperi e compito di tutti è abbassare i toni. Se lo sciopero non c`è però, meglio. Significherebbe che si è trovata un`intesa».
È vero che il Jobs Act non sarà modificato di una virgola alla Camera?
«Noi siamo molto soddisfatti del testo attuale. E il problema dei tempi esiste. Renzi ha sempre detto che bisogna presentarsi a inizio anno con le riforme fatte. Quindi ci può stare tutto, vedranno i deputati e Poletti, ma non che il governo non rispetti i limiti di tempo, con i decreti delegati pronti».
Se mettete la fiducia e un gruppo di deputati Pd non la vota ve ne farete una ragione come dice Renzi?
«La fiducia è una cosa molto seria. Si aprirebbe un problema politico grave».

Nessun commento:

Posta un commento