domenica 12 ottobre 2014

Il peso degli elettori delle primarie 
Così Renzi cambierà pelle al partito.


Corriere della Sera del 12/10/14
corriere.it

«Partito liquido? Se fosse per me lo vorrei liquidissimo, funzionante solo via Internet». Correva l’anno del governo Letta e Matteo Renzi non era diventato ancora segretario del Pd quando ragionava così.

 Chissà se ora che è il leader di quella forza politica ripeterebbe queste parole. Certo è che il premier è convinto che non si possano più organizzare i partiti «come si faceva 50 o 60 anni fa» ed è per questo che ormai «non sono più rappresentativi». In un mondo dove «ci sono più connessioni Internet che esseri umani» ci vuole «un partito adatto al tempo in cui viviamo». Perciò, il 20 ottobre il segretario riunirà la direzione per «cominciare a discutere del problema della forma partito».

 Apparentemente, una concessione alla minoranza che aveva sollecitato una conferenza sull’argomento. A quella minoranza che, con Gianni Cuperlo, si esprime così, quasi per sottolineare come Renzi sia un corpo estraneo al Pd a egemonia Ds del tempo che fu: «È un fatto raro che ci sia un leader europeo che abbia raggiunto la guida del partito senza aver partecipato, negli anni precedenti, se non in termini molto episodici, agli organismi dirigenti di quel partito. La sua è stata una sorta di scalata dall’esterno. Del tutto legittima, però qualcosa di assolutamente originale e anomalo».

 Nessun cedimento alla minoranza, quindi. Piuttosto Renzi intende giocare in contropiede. Perciò ha deciso di convocare la segreteria due ore prima di quell’appuntamento e ha chiesto a Giorgio Tonini, uno dei «creatori» del Pd di veltroniana memoria, di preparare un intervento che farà da filo conduttore alla successiva riunione. Naturalmente, Renzi in segreteria presenterà anche la sua sorpresa. Dall’entourage del segretario-premier filtra ben poco. In realtà, però, il leader del Pd ha già qualcosa in testa. 

Il primo punto riguarda gli iscritti. Ossia i famosi tesserati sul cui numero si sono scatenate le polemiche di questi giorni. Il problema, per dirla con Tonini, «non è la quantità degli iscritti, ma la loro qualità». Già perché finora nelle campagne di tesseramento hanno avuto un certo peso anche i ras locali. Esattamente ciò che Renzi vuole evitare. Perciò si pensa a una anagrafe degli iscritti che certifichi che i tesserati siano veri e volontari. C’è quindi una seconda questione. Quella che, per dirla sempre con Tonini, riguarda l’ipotesi di «un progetto ad hoc» per coinvolgere gli elettori delle primarie: «Sono tre milioni e nessun partito ha mai avuto un simile database potenziale di partecipazione». Gli elettori vanno coinvolti in campagne specifiche, attraverso la piattaforma web. La Rete, secondo il premier, avrà una grande funzione nella «fase due» del Pd. Insomma, per il segretario «devono essere i democratici a dare la linea al web e non il contrario». Ma occorre coinvolgere anche gli italiani che votano Pd alle elezioni. Tanto più che, come rivela «Europa», il 20 per cento degli astenuti delle Europee oggi voterebbe Pd.

 Il terzo punto riguarda gli organismi dirigenti. È opinione di Tonini che «vadano ripensati» in modo radicale: al posto dell’Assemblea nazionale l’esponente della segreteria immagina, sul modello del Labour party, una conferenza programmatica annuale, che «vota punto per punto su diversi temi che diventano impegnativi per i ministri». Infine, il problema del finanziamento: il pressing su Sposetti continuerà.

 Ma in direzione si parlerà anche di ciò che è successo al Senato. «È un caso che non può ripetersi», per Renzi. E non perché un partito sia una caserma, ma «perché abbiamo bisogno che il Pd agisca come una squadra». «Bisognerà quindi riflettere su come si sta insieme, sulle regole interne, sul rapporto tra partito e governo». Chissà quale sarà la reazione della minoranza, innervosita dopo che Renzi ha «scippato» a Bersani il «suo uomo» più importante, quel Vasco Errani che il segretario vuole portare assolutamente a Roma.

Nessun commento:

Posta un commento