domenica 7 settembre 2014

“Vi racconto la notte che il Pd sfondò quota 40”


TOMMASO CIRIACO
La Repubblica - 7/9/1

ROMA . È il backstage della felicità, il retroscena dello scatto fotografico più dolce della storia del Pd. Celebrativo, a tratti inutilmente o inevitabilmente agiografico, ma pur sempre il Bignami di un trionfo. Trentacinque racconti di quella notte elettorale del 40,8% alle Europee, condensati in un opuscolo stampato per il comizio conclusivo della Festa dell’Unità, stasera a Bologna. Trentacinque ricordi di chi fa capolino in quella celebre istantanea del Nazareno. Senza Matteo Renzi, rimasto al piano di sotto: «A un certo punto della notte — ricorda Lorenzo Guerini — Matteo dice: “Chiamate tutti e andate su”. “Tu non vieni?”. Avevamo vinto, le telecamere lo aspettavano. “No”. Saliamo, siamo lì — sparpagliati — scattano i flash».
C’erano tutti, amici e nemici del premier. E applaudono tutti. Quanta ironia nel day after: «Il gioco diventa “scova l’intruso” — scrive Davide Faraone — trova il “non renziano”». La filosofia del libretto è raccontare invece un partito plurale, nonostante le accuse di Bersani e D’Alema. E infatti scrive Renzi: «Sbaglia di grosso chi ci descrive come uomini soli al comando: la foto lo dimostra. Una squadra del Nazareno».
C’è di tutto, dentro. La vigilia dei risultati elettorali: «Ero la più ottimista — giura Maria Elena Boschi — dicevo 33, come dal dottore. Ma puntavo al 35%. Il 40,8%? Nemmeno in sogno». Piccole scaramanzie si intrecciano ai primi exit-poll: «Il proprietario del ristorante mi dice: “Aò, state a 40” — rievoca Ernesto Carbone — “Sì — rispondo — di febbre”. Poi leggo su Repubblica. itquel numero. Non ci credo. Riapro. Sempre 40. Ma io sono calabrese. E non ci credo...».
È un concentrato di paure e sogni. «Come i quadri della maturità», scrive Simone Bonafede. «Adrenalina come in Fast and Furious», gode Francesco Nicodemo. «Giravo la testa per quei numeri», ammette Marianna Madia. «La notte più bella degli ultimi vent’anni», ricorda Roberto Speranza. Di più: «Come canta Jovanotti — sostiene malinconica Alessia Morani — “la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”». Certo, Renzi evita lo scatto: «Poteva mostrare i muscoli, come Balotelli. Niente — lo sfotte Faraone — aveva la ‘panza’...».
E poi c’è il dopo. Quando gli scatti dei fotografi smettono di accecare e si brinda: «Due bottiglie di spumante due — confessa Guerini — le abbiamo anche stappate...». Qualcuno si ferma a un chiosco: «Una birra — rivela Simona Malpezzi — in piedi sotto una fitta pioggia». «Calda», precisa Faraone. C’è pure una strana coppia al Nazareno: il renzianissimo Luca Lotti e Nico Stumpo, oppositore interno: «Renzi decide che la faccia di quella vittoria è del Pd». L’ultimo frammento è di Francesco Bonifazi. Fa bingo e non gioisce: «Il 40,8% non mi regalava l’emozione immaginata. Verso le 4 passeggio con Luca, il silenzio surreale. Era la nostra festa».



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