lunedì 8 settembre 2014

Brescia: “A Canton Mombello c’è ancora molto da fare»


Corriere della Sera 07/09/14
Thomas Bendinelli

La visita di Luigi Manconi al carcere della città. Ridotto il numero dei detenuti, in Italia 10mila di troppo 

«Abbiamo una classe politica sensibilmente più arretrata rispetto all’opinione pubblica ed è anche per questo che nel nostro paese il livello di riconoscimento e piena attuazione dei diritti di cittadinanza è deficitario». A esserne convinto è Luigi Manconi, 66 anni, sociologo impegnato, politico di lungo corso attualmente presidente della Commissione Diritti Umani del Senato. Oggi (ore 16) interverrà alla festa Cgil (insieme al docente e presidente di Carcere e Territorio Carlo Alberto Romano) alla Festa Cgil, domani mattina visiterà Canton Mombello con Paolo Corsini, Alfredo Bazoli e altri parlamentari bresciani. Autore di diversi libri sui temi del razzismo, dirige i siti internet on line abuondiritto.it e innocentievasioni.net, dedicati al tema del carcere e della privazione della libertà. Il suo nome e il suo impegno sono collegati da decenni alla tutela dei soggetti deboli e dei diritti negati. «La crisi economica in corso sta producendo la caduta verticale di tutele quali il lavoro, la sicurezza sociale, la stessa salute — afferma — e tardano ad affermarsi diritti fondamentali delle persone». Pensa a temi quali la fecondazione assistita, le coppie di fatto, il fine vita: «Ci abbiamo messo un secolo a capire che non c’è contrapposizione tra diritti economici e individuali, ma stentiamo a essere conseguenti». È contento che la magistratura sia intervenuta su alcuni di questi temi e che abbia fissato almeno dei paletti, ma il fatto che l’Italia sia ad esempio uno dei pochi Paesi europei a non avere una legge sulle unioni civili lo considera «uno dei tratti più scandalosi dell’anomalia italiana». Domani visiterà il carcere di Canton Mombello, ritenuto uno dei più inospitali d’Italia. «I provvedimenti, positivi ma prudenti, adottati dagli ultimi tre ministri (Cancellieri, Severino e Orlando) hanno ridotto il numero di detenuti, ma non dimentichiamoci che in Italia abbiamo ancora almeno 10 mila carcerati in più rispetto alla capienza massima. Ecco perché parlare di provvedimenti “svuotacarceri” è una oscena manipolazione che non ha alcuna relazione con la realtà, che invece dice che ancora oggi i detenuti italiani sono costretti a trascorrere 22 ore al giorno in celle anguste di pochi metri quadrati». Di occultamento della realtà parla anche rispetto ai profughi: «L’Italia subisce l’impatto iniziale ma la durata è debole: a Milano, negli ultimi mesi, sono arrivati circa 22 mila profughi, per lo più siriani in fuga dalla guerra, ma quelli che hanno chiesto di restare in Italia sono stati meno di cinquanta. È partendo da questi numeri che dobbiamo discutere, altro che parlare di invasione». Il tema dell’incontro di oggi in Camera del Lavoro sarà su crisi e populismi: «Affermare che invece di spendere soldi per impedire che migliaia di persone anneghino nel Mediterraneo bisognerebbe usarli per i disoccupati significa fare del populismo osceno che asseconda una guerra civile latente». Li definisce «imprenditori della paura», che in questi anni di crisi hanno continuato a lavorare. L’antidoto? «La politica, quella buona ovviamente, che si pone come primo obiettivo quello di combattere le divisioni e opera per la coesione sociale. Abbiamo superato le contrapposizioni inutili tra diritti economici e individuali, abbiamo finalmente compreso che un omosessuale è sì penalizzato dalla perdita di lavoro ma, se discriminato, anche nella sfera personale, sociale e sessuale, ma ora dobbiamo fare dei passi in avanti». Con la politica, appunto, quella buona che non insegue i populismi.

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