mercoledì 3 settembre 2014

Torna la Terza via, stavolta è mediterranea

Stefano Menichini 
Europa  

Domenica a Bologna Matteo Renzi avrà accanto a sé il francese Valls e lo spagnolo Sanchez. Due che lo indicano come modello. Gli anni di Blair non torneranno, ma chissà se Renzi sotto sotto ci crede.
Se la cosa diventasse seria parecchi dentro al Pd si metterebbero a lutto, perché per loro la Terza via di Blair, Schröder e Anthony Giddens è una stagione di resa e sconfitta dell’autentico spirito socialdemocratico. Per ora possono stare tranquilli, perché l’evocazione è solo immaginifica: parliamo di suggestioni, in attesa di verificare se da qualche parte torneranno a balenare rivoluzioni liberalsocialiste come quelle che vent’anni fa hanno cambiato (in meglio) la faccia di Gran Bretagna e Germania.
La politica è fatta però anche di messaggi. E quello che verrà lanciato domenica nell’ultima giornata della Festa nazionale del Pd pare significativo. Matteo Renzi chiama accanto a sé un collega premier, il francese Manuel Valls, e un collega segretario, lo spagnolo Pedro Sanchez. Che sono giovani, carini (soprattutto il secondo) e molto occupati a salvare i rispettivi malconci partiti dandosi come modello proprio il Pd italiano.
È un effetto collaterale del miracolo delle elezioni europee. Ps e Psoe, messi all’angolo rispettivamente dai lepenisti e dai simil-grillini di Podemos, hanno guardato con invidia alla batosta che Renzi ha inflitto alle destre e agli antisistema. Così hanno deciso di mettersi in scia. Dichiarandolo apertamente: abbiamo bisogno di un Renzi, a Parigi e a Madrid.
Per chi ha vissuto gli anni Novanta, diventa inevitabile ripensare a quando Prodi riceveva a Firenze Clinton e i leader della Terza via, a quando D’Alema, Veltroni, Rutelli, Letta andavano in processione a Londra per farsi benedire dagli spocchiosetti capi del New Labour.
Chiaro, stiamo bassi coi confronti. Renzi e i suoi cugini non hanno neanche abbozzato un impianto ideologico simile a quello che ruotava intorno alla globalizzazione ottimista, e che ha resistito perfino alle delusioni e alle smentite del default finanziario. Su molte cose i tre sono diversi e comunque partono in ritardo (Valls ha fatto scandalo per aver detto su imprenditori e operai la metà di ciò che disse Veltroni al Lingotto). Però è impossibile che Renzi non si identifichi almeno un po’ col suo mito Blair, che del resto l’ha più volte incoraggiato e riconosciuto.
Aspettiamo domenica per vedere se sarà davvero remake della Terza via, a trazione mediterranea e non più nordeuropea. E soprattutto per capire se e quanto ci credono loro, figliocci di Clinton (non potendoli obiettivamente apparentare con Berlinguer, Marchais e Santiago Carrillo).

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