venerdì 5 settembre 2014

Finite le ferie … si ricomincia...


Riccardo Imberti

Siamo da capo. In questi giorni, leggendo gli interventi di Bersani e D'Alema alla festa dell'Unità di Bologna, mi venivano in mente le parole della canzone di De André "Le nuvole"...ricordate: vanno, vengono, ogni tanto si fermano....
Ecco, queste poche parole ben si adattano a questa classe dirigente, che non si rassegna, ma immagina e si illude di poter tornare ai bei tempi andati e ricondurre le danze.
Per quel che mi riguarda non si tratta di criticarli perchè attaccano Renzi e il suo governo; ciò che trovo stonato è il tentativo di giocare sulla scarsa memoria di iscritti e militanti del PD, sulle responsabilità di Bersani e D'Alema in questi anni.
Capisco il disappunto e il fastidio per non poter condizionare l'attuale inquilino di Palazzo Chigi, comprendo anche  il loro disorientamento per il nuovo modo di fare del premier; fatico a capire il loro fastidio e le critiche ingenerose, nei confronti della nuova classe dirigente, cresciuta in questi anni dentro il Partito Democratico. Forse perchè cresciuta al di fuori di una stretta logica di cooptazione?
Questi comportamenti, accanto ai sermoni domenicali di Scalfari, sono la conferma che in Italia continuano ad agire forze politiche, sociali, economiche, contrarie a qualsiasi tipo di cambiamento.
Si caricano sulle spalle di Renzi responsabilità che non ha e non può avere, si accusa di liquidare il PD, perchè consegnato a “reggenti”, dimenticando com'era il PD sotto la guida di Bersani, ispirato dal leader massimo.
Mi vien da dire, da quale pulpito Massimo D’Alema, con tutti i fallimenti accumulati in questi anni, si senta in grado di criticare questo esecutivo, dopo che lui stesso – per 20 anni – ha minato ogni possibilità di successo della sinistra italiana. Il leader Massimo parlando con i giornalisti ha definito “clandestino” il quotidiano Europa, per un editoriale di Fabrizio Rondolino, ex suo collaboratore a Palazzo Chigi. Quanto astio per la mancata nomina in Europa!
Quel che sconcerta, di questa classe dirigente del centrosinistra, è la costanza con cui – nonostante tutto- riescano a ritenersi insostituibili e preziosi. A me pare una convinzione tutta loro.
Purtroppo il Paese è in grande difficoltà. I dati economici non sono affatto soddisfacenti, nonostante lo sforzo di questo governo, e sul futuro, si intravedono nubi poco raccomandabili. E' di oggi la notizia della minaccia di sciopero delle forze dell'ordine, mai accaduto in Italia e per questo rappresenta un dato di grande preoccupazione. Il blocco del rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con l'obbiettivo di destinare le risorse alla promozione dell'occupazione giovanile e all'assunzione dei centocinquantamila precari della scuola. Il blocco non è accettato dai sindacati che minacciano scioperi generali. Tutto questo mentre l' economia e l'occupazione  non danno segni positivi e la coperta Paese è sempre più corta.
Basterebbero questi elementi per richiamare tutto il gruppo dirigente ad una maggiore responsabilità. Tante volte, questo comportamento è stato richiesto, in primo luogo ai dirigenti del Partito Democratico, senza trovare le disponibilità necessarie. Basti pensare a ciò che è accaduto sulla riforma del Senato. 
Questa è la conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, che questa "classe dirigente" è interessata più a se stessa che al Paese, però sono fermamente convinto che   di questo il Paese non ne sente proprio il bisogno.




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